Domenicali: Non sono io il problema in Ferrari

Da F1news @F1Newsinfo

Stefano Domenicali ha dichiarato che il problema in Ferrari non è Domenicali perchè la Formula 1 non è come il calcio, dove basta cambiare l’allenatore.

“Io non solo l’allenatore, sono l’amministratore delegato di una società che fa sport. E il caso della Ferrari non è paragonabile a quello di un club di calcio: non è che cacciando Domenicali domani si vince” ha spiegato Domenicali ad AS.

“E’ chiaro che il mio capo può mandarmi via e se lo facesse sarei sempre grato di essere stato in Ferrari, ma in Italia c’è un proverbio che dice: ‘quando si lascia la strada conosciuta, l’altra può essere peggiore’. Quello che posso garantire è che cerco di dare gli strumenti migliori alle persone che lavorano sulla macchina, che la disegnano, mi occupo della scelta dei piloti, degli sponsor, di far funzionare il sistema. Il mio impegno è totale, sapendo che possiamo essere sostituiti ma non con la logica del calcio. Non è che comprando un difensore o un attaccante vinco il campionato, non è questa la chiave del successo in Formula Uno”.

Il team principal della Ferrari ha cercato di spiegare i problemi che hanno condizionato il rendimento della rossa in questa stagione, soprattutto due.

“Il primo è che all’inizio della stagione avevamo una macchina che non era competitiva nelle qualifiche ma molto buona sul passo gara: a Montmelò le due Mercedes avevano conquistato la prima fila ma noi abbiamo vinto rifilando un minuto a Nico Rosberg e doppiando Hamilton” ha spiegato Domenicali.

“Ma poi non abbiamo potuto sviluppare la macchina in modo costante, perché sfortunatamente, vedi Silverstone o la Germania, gli sviluppi fatti anziché migliorare la monoposto la peggioravano. Poi c’è stato il cambio delle gomme e non siamo stati capaci di sfruttare la caratteristica migliore che avevamo, cioè la competitività sul passo gara”.

Tornando per un attimo sulla scorsa stagione, Domenicali rimarca i due ritiri di Alonso che potevano portare il titolo a Maranello e rendere Domenicali e la sua squadra dei vincenti.

“Quando non abbiamo vinto è perché siamo stati sfortunati. Se per due volte finisci fuori gara alla prima curva non è perché la macchina è lenta”.

Per quanto riguarda questa stagione, il rammarico è aver perso punti nella prima parte e l’incapacità di migliorare la macchina nel momento clou della stagione.

“Il rammarico è aver perso punti nella prima parte di stagione, perché potevamo aver fatto di più, e poi non aver sviluppato la macchina come mi aspettavo e come avevo chiesto ai miei tecnici. Quando non si migliora ci sono sempre dei motivi: mancanza di creatività, di strumenti all’altezza per lavorare bene ma in questi tre anni abbiamo praticamente tutto, sistema di simulazioni, software, organizzazione, e ripartiremo con una nuova galleria del vento a Maranello, con tutti gli strumenti che in una F1 così competitiva sono necessari per poter vincere”.

Un altro dei punti dolenti degli ultimi anni è non aver capito come far funzionare al meglio gli scarichi, un qualcosa in cui la Red Bull ha fatto scuola grazie al genio di Newey

“Negli ultimi anni non abbiamo capito al 100% l’uso degli scarichi con effetto aerodinamico, un problema che ci portiamo dietro da quando esiste questo effetto e che non siamo stati capaci di risolvere del tutto”.

“In un mondo così competitivo, non si vive solo del nome, bisogna fare tutto nel momento giusto e credo che abbiamo completato tutto il quadro per poter, in maniera consolidata, essere molto forti. E poi credo che non avremmo ricevuto tante critiche se lo scorso anno avessimo vinto, ed è stato un anno straordinario pur non avendo la macchina più veloce”.


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