Il T. Giovanni Borel.
Fu in quest’anno che ebbi la buona ventura di conoscere uno de’ più zelanti ministri del santuario venuto a dettar gli esercizi spirituali in seminario. Egli apparve in sacristia con aria ilare, con parole celianti, ma sempre condite di pensieri morali. Quando ne osservai la preparazione e il ringraziamento della messa, il contegno, il fervore nella celebrazione di essa, mi accorsi subito, che quegli era un degno sacerdote, quale appunto era il T. Gioanni Borrel di Torino. Quando poi cominciò la sua predicazione e se ne ammirò la popolarità, la vivacità, la chiarezza, e il fuoco di carità che appariva in tutte le parole, ognuno andava ripetendo che egli era un santo.
Di fatto tutti facevano a gara per andarsi a confessare da lui, trattare con lui della vocazione ed avere qualche particolare ricordo. Io pure ho voluto conferire col medesimo delle cose dell’anima. In fine avendogli chiesto qualche mezzo certo per conservare lo spirito di vocazione lungo l’anno e specialmente in tempo delle vacanze, egli mi lasciò con queste memorande parole: Colla ritiratezza, e colla frequente comunione si perfeziona e si conserva la vocazione e si forma un vero ecclesiastico.
Gli esercizi spirituali del T. Borrelli fecero epoca in seminario, e parecchi anni appresso si andavano ancora ripetendo le sante massime, che aveva in pubblico predicate o privatamente consigliate.
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