Don Covay & The Jefferson Lemon Blues Band - The House of Blue Lights

Creato il 20 settembre 2015 da Tonypop


Atlantic Records - SD 8237 - ?/69
  1. Key to the Highway 
  2. Mad Dog Blues
  3. The Blues Don't Knock
  4. Blues Ain't Nothin' but a Good Woman on Your Mind
  5. The House of Blue Lights, Pt. 1 
  6. Four Women 
  7. Steady Roller
  8. Homemade Love 
  9. But I Forgive You Blues 
  10. Shut Your Mouth
  11. The House of Blue Lights, Pt. 2

Don Covay ha scritto delle pagine memorabili della musica soul. Suoi sono grandi classici come "Mercy Mercy", "See Saw", "Sookie Sookie" e decine di altri brani per Otis Redding, Etta James, Solomon Burke a molti altri.
Nella prima metà degli anni sessanta era uno dei talenti più luminosi della scuderia Atlantic, scomparso recentemente (31 Gennaio 2015) mi fa piacere ricordalo con un post di un suo disco davvero ottimo: "The house of Blue Lights" del 1969.
Inizia a suonare a fine anni cinquanta con i Rainbows, poi da solista con lo pseudonimo di Pretty Boy (pare suggerito da Little richard), dopo qualche anno forma Don Covay and the Goodtimers con i quali incide una versione di "Pony time". L'anno dopo è la volta di "See Saw" grandissimo album in perfetto stile Memphis soul.
Ma a Memphis il feeling con il gruppo di musicisti sembra non esserci e nel 1968 Covay cerca di formare il Soul Clan con Arthur Conley, Joe Tex e Burke, ma il progetto non ha gli esiti sperati.
A poco più di trentanni la carriera di Covay è ad una svolta, a fine anni sessanta il soul si sta evolvendo in qualcosa di diverso come il Funk, ma Covey ritorna indietro con il Blues rendendolo elettrico  e ballabile.
Si unisce al chitarrista delle Shirelles Joe Richardson e al folk singer John Hammond e che formano la Jefferson Lemon Blues Band e pubblicano “The House of blues lights”.
Ottimo disco di Blues modernizzato elettrico, pieno di swamp sound con venature soul e  proto funk, disco che è molto vicino a quello che gli Stones facevano a cavallo degli anni settanta e che è ancora oggi molto moderno. Black Keys, White Stripes ed altri possono tranquillamente aver preso ispirazione da “The House of Blue Lights”.
11 brani, con solo due song che ritengo sottotono, qualche cover, ma molti pezzi composti dallo stesso Covay insieme a Richardson.
La open track “Keys to the Highway” (cover di un brano di Big Bill Bronzy) è un bellissimo blues elettrico.
Due super brani blues ballabili e trascinanti ed a mio parere pezzi forti del lp sono “Mad Dog Blues” e “Four Woman”, provate a restare fermi ascoltandoli: impossibile.
“Blues Ain't Nothin' but a Good Woman on Your Mind” e “Steamy Roller” sono degli ottimi blues elettrici, un pochino sottotono come accennato in precedenza “The Blues don’t knock” ed “Homemade blues”.
Altro piccolo gioiellino è “The House of Blue light pt1 and 2” sorta di “I put a spell on  you”, molto stomp e ben arrangiata e suonata.
Il disco ovviamente rimase semisconosciuto, Covay pubblicò ancora Country Funk (1970), Different Strokes for Different Folks (1971) e poi per la Mercury Records – con la quale firmò nel 1972- “SuperDude” del 1973 che conteneva l’hit “I Was Checkin' Out She Was Checkin' In" che raggiunse il 26° posto delle charts. Pubblicò dischi ancora per  tutti gli anni settanta; per tutti gli anni ottanta e novanta venne celebrato con dischi di raccolte e di artisti che interpretano le sue canzoni o con partecipazioni a dischi di grandi del rock.
Come detto , è morto il 31 Gennaio 2015.

Foto della label della mia copia originale di SD 8237

Don Covay & The Jefferson Lemon Blues Band - "Mad Dog Blues" - (sample)

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