Un “bacco”da supermercato in tavola
nell’angusto spazio di una cucina semibuia
che sa di fritto stantìo e di fumo d’erba.
La voce è come di un impasticcato. Le frasi spezzate.
Inconcludenti direbbe chiunque.
L’Io parla al “sé”.
Si disvela come può.
Ma gira in tondo.
Giornali in terra, e colori e pennelli e polvere.
E quell’orsacchiotto di peluche
dal fiocco rosa che ricorda “Occhi blu”.
Giusto un capriccio di natura.
Quasi un dispetto.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)