Donatella D’Angelo: quando il corpo è una voce d’ascoltare

Creato il 06 marzo 2014 da Wsf

La vita è un continuo scoprire, ed è così che Donatella ed io ci siamo conosciute, amici in comune, un progetto che ci ha trovate vicine ed affiatate e così il cerchio si chiude.
E Donatella non è solo visiva, ma anche poetica, era da tempo che avevo intenzione di ospitare Donatella su WSF, ed ora ve la presento.

Parlami un po’ di te, chi sei e cosa vorresti essere.

Cosa vorrei essere non te lo so dire, so a mala pena cosa sono al tempo presente, figurati al futuro, quindi meglio che mi concentri sul presente. Oggi come oggi non posso che provare a essere altro che me stessa cercando di raccontarmi artisticamente attraverso il mio bagaglio di esperienze positive e negative. Come hai detto tu la vita è un continuo scoprire ed è così anche per me. La libera espressione, il lasciare uscire immagini e parole dalla pancia senza pormi troppe domande mi da proprio l’opportunità di scoprirmi, conoscermi e trovarmi ogni giorno un po’ diversa. Ho sempre lavorato con le immagini di altri, nascendo lavorativamente come grafica, fino a quando, a un certo punto della mia vita, non mi sono ritrovata ad assecondare l’esigenza di crearne delle mie che dessero un senso al mio stare al mondo.

Angels #1

Il tuo corpo è la parte della tua voce che non dice, sbaglio a vederci questo?

Hai visto giusto. Ci sono momenti per parlare e momenti per riflettere, le fotografie sono il momento per riflettere in silenzio. Io credo nel corpo come linguaggio,un trait d’union tra il visibile e l’invisibile. Un qualcosa di permeabile che permette la comunicazione tra il dentro e il fuori, che protegge l’interiorità e allo stesso tempo consente di esprimerla.
Abbiamo tutti un vissuto da elaborare, il femminile fa parte del mio, e la femminilità è agita nel corpo. La maggior parte degli scatti di ricerca sono, appunto, autobiografici. Un modo raccolto di raccontarsi e di raccontare il proprio mondo, quasi un’autoanalisi; perché secondo me il corpo, relegato nell’intimità della coppia o soggetto a costrizioni morali, vissuto come resistenza politica o banalizzato dai media, ha persola sua valenza di essere semplicemente corpo. Io provo a viverlo,invece,in tutta la sua naturalità, non solo come contenitore e non solo come elemento estetico. Cercando nei miei scatti di svincolarlo da un’erotizzazione e un narcisismo che in questa società trovo ormai quasi forzati.
Poi, inevitabilmente, a seconda di come ci si pone di fronte all’argomento, le immagini possono acquisire una carica più o meno sensuale, ma io lavoro sempre cercando di evitare accuratamente la volgarizzazione e la banalizzazione del corpo a oggetto.

Angels #2

l’amore e mortalità della carne #3

Ti senti donna-artista, in continua ricerca?

Se vuoi fare dell’arte la tua vita, e intendo arte come ricerca di una verità, devi fare in modo che questa ricerca rientri nella tua quotidianità, diventi la tua filosofia. Devi offrirti al mondo con onestà e umiltà, se no sei solo un prodotto. Una cara amica ultimamente mi ha definito “sperimentale per natura”, credo sia una definizione abbastanza corretta e che sottolinei la curiosità che mi spinge ad andare sempre avanti, a provare, a cadere e rialzarmi, cercare strade nuove e a non dare nulla per scontato.

l’amore e mortalità della carne #7

Trovi la tua fotografia come salvifica? Trovi che sia una ri-partenza dal buio?

La scelta di lavorare, non solo, ma soprattutto, con il mio corpo nudo, in un percorso che definirei autobiografico, non è casuale. Ci sono eventi che fanno da spartiacque tra una vita prima e una vita dopo. Ci sono decisioni che una volta prese ti hanno già cambiato il corso delle cose, senza che tu te ne sia accorta ed è solo questione, poi, di seguire la corrente. Corrente che comunque era già in me e che chiedeva solo di uscire allo scoperto. Ho vissuto questo momento come una vera e propria liberazione, un venire al mondo una seconda volta. Cito un caro amico e critico d’arte che si è occupato recentemente di uno studio approfondito sull’autoritratto in fotografia, Giorgio Bonomi: “È evidente che in questa odierna società, sempre più spersonalizzata e basata sull’immateriale, il percorso di riappropriazione non può che partire da se stessi e dal proprio corpo”.Ecco, per me stata una necessità dovuta proprio al bisogno di una riconciliazione con me stessa e la mia identità.
Ho passato anni di chiusura, dovuti alla mia storia personale, e ora, che ho ritrovato il coraggio di aprirmi, posso affermare che, sì, l’arte (in generale, e non solo per me) può essere salvifica. Non in senso semplicemente terapeutico, ma proprio come ricerca di un modo di vivere, un percorso di crescita per imparare a sentire la meraviglia della vita di ogni giorno.

Alcune tue fotografie sono accompagnate da versi poetici, cosa pensi della poesia, oggi? E chi leggi?

Credo che la poesia sia il modo di scrivere più vicino alla fotografia perché coglie l’attimo esattamente come un’immagine,anzi è l’emozione stessa dell’immagine tramutata in versi, quindi spesso mi viene naturale accostare un lavoro fotografico a dei pensieri poetici. A volte li uso proprio come titoli di una serie di immagini.
Nonostante faccia uso della scrittura come mezzo espressivo personale da sempre, l’affacciarmi al mondo della poesia (sia come scrittura sia come lettrice) è piuttosto recente, coincide con il momento della riappropriazione di un senso del sé che in passato avevo completamente trascurato. Fotografia e scrittura,però,nella mia vita corrono su due binari paralleli, la scrittura cronologicamente è arrivata prima della fotografia, ma si è svelata dopo, ed è la mia parte più intima di elaborazione delle emozioni, degli eventi o più semplicemente dei pensieri che affollano la mia vita interiore.
Ora come ora mi sto concentrando sulla lettura, oltre ad alcuni testi fondamentali, di autori contemporanei, soprattutto donne. Ho proprio qui con me una piccola lista di autrici, consigliatami qualche giorno fa da un caro amico poeta, delle quali mi sto accingendo a leggere i testi: Anna Maria Farabbi, Antonella Anedda, Elisa Biagini, per nominarne solo alcune.

Progetti ed eventi futuri?

Sicuramente il progetto principale è quello di continuare con la mia ricerca personale, cosa di cui non potrei comunque fare a meno, continuando a creare emozione. Questo vale sia per la fotografia sia per la scrittura. In questi ultimi tempi ho avuto la fortuna di incontrare e di conoscere molte persone (tra cui anche il collettivo WSF – con la Poetica del corpo, il Festivart della follia e altri progetti a venire) con le quali sto valutando una possibilità di collaborazione per creare eventi di arte e letteratura con scadenze periodiche, visto che le idee non mancano e penso che sia giusto andare nella direzione della condivisione e della circolazione di queste idee. Le arti in movimento. Poi ci sono in programma alcune mostre, pubblicazioni e qualche sorpresa, insomma tanta carne al fuoco. Sento che questo sarà un anno positivo!

Los Respiros del Alma #1
Donatella D’Angelo & Josè Lasheras

Los respiros Del Alma #5
Donatella D’Angelo&Josè Lasheras

Poesie Inedite:

Cristo nudo

Scivola via il vertice della vita
spezzato e sbriciolato
sul tavolo dell’ultima cena
come il corpo di un Cristo
nudo fino all’osso
crocifisso a un pieno di sorrisi
e vulnerabili tristezze
compresso tra il proscenio e la ribalta.

E noi, ridicoli, ridiamo
credendoci immortali tra i mortali.

*****
Ci sta più di una vita sul palmo della mano

Quando uscirai dal mondo
camminando lento
con il mento verso il cielo

non piangerò lacrime
ma polvere di stelle

ci sta più di una vita
sul palmo della mano
e la luna scesa in terra.

*****

Viaggio

Siamo linee che iniziano
e finiscono
ad un certo punto s’intersecano
s’ingarbugliano e si srotolano
in quel tempo di nulla
fatto di pelle e vento e sassi tondi
e mani giunte in preghiera

siamo acidi e vipere
e passioni in erba
sciolte nel pensiero

siamo catene legate a ossa
in crescita
e sangue che sgorga vivo
da arterie aperte
tra vulcani spenti e umori mattutini
sillabe tra il sublime e l’infernale
in viaggio, senza un futuro certo.

****

La fine

Qualche farfalla e semi di girasole
non resta altro
oltre a pensieri tritati fini
e l’ingordigia del possesso.

Di carne. Di sangue.

Quella è la porta vattene
oppure entra e chiudila alle spalle
ma fai silenzio.

Al di fuori (del sé) #3
(presentato al FestivArt della follia)

Donatella D’Angelo Illustrations: http://donatelladangelo.wix.com/illustrations

Donatella D’Angelo Photography: http://donatelladangelo.wix.com/photography


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