Sono sei mesi che mi ripropongo la pubblicazione di questo post. E' una di quelle cose che rimando continuamente per paura di non farle sufficientemente bene: lo so che è una mentalità contorta, ma non ho mai preteso di esser considerato normale...
Donato l'ho conosciuto un po'di tempo fa leggendo un suo commento su motoblog. Gli chiesi informazioni sul suo Pantah e sul suo Guzzi, di cui parlava nel commento che avevo letto, e lui mi mandò delle foto e un gran bel racconto da cui venne fuori questo post. Successivamente siamo rimasti in contatto via mail e lui mi ha più volte invitato a fare un giro dalle sue parti; devo ammettere che un po'per la distanza e un po'per la paura di disturbare ho a lungo rimandato. Poi a giugno è capitata l'occasione di una tre giorni in solitaria e mi sono deciso ad arrivare fino a Rionero in Vulture, paese della Basilicata che prima di conoscere Donato non avevo nemmeno mai sentito nominare.
Lo chiamai la mattina, con poche ore di preavviso in un giorno feriale; alle due ero a Rionero e lui si era già liberato dal lavoro per il pomeriggio e la mattina seguente: questa cosa mi lusingò fino all'imbarazzo, ma non avevo ancora visto niente. Arrivai con in testa il mio sottocasco seminuovo, quello tutto rattoppato e ricucito che porto spesso d'estate, e come mi accolse nel suo garage Donato tra il serio e il faceto me ne regalò al volo uno nuovo che aveva da parte, insieme ad alcuni zainetti ricordo dell'ultimo motoraduno organizzato. Non mi piace entrare in particolari, ma posso senz'altro dire che l'ospitalità e la generosità di quello che fino al giorno prima era poco più di uno sconosciuto mi lasciarono senza parole, come quasi senza parole mi lascia tuttora la naturalezza con cui tutto questo mi è stato regalato da lui e dalla sua famiglia.
Donato però è stupefacente anche e soprattutto in moto. Nel suo garage, insieme alla ST4, al Guzzi e al Pantah, Donato è solito tenere una dichiarata latrina a due ruote da usare quotidianamente senza il minimo riguardo: la usa fin quando va e poi la butta per comprarne un'altra. Questa estate era il tempo della Cauasachi GPZ500 che vedete nelle foto: una "cosa" che lui stesso definiva vergognosa ma con la quale si divertiva ad andare in giro da decine di migliaia di chilometri. Chissà se oggi è ancora viva, ma non dubiterei...
In ogni modo, il suddetto vespasiano era stato ben adattato da Donato alle sue particolari esigenze. In primo luogo, essendo lui un assiduo fumatore di sigaro, era indispensabile un portasigari da cupolino, rigorosamente artigianale, corredato da un indispensabile accendino:
Notare nella prima foto anche la raffinata soluzione adottata per dotare la moto di orologio. Manifattura artigiana (e si nota!) per il deflettore supplementare installato sul plexiglass originale:
Le comodità non si fermano qui, e infatti Donato ha equipaggiato la GPZ di sella in gel e manuVrio doicc corredato di manopole termiche per la stagione fredda che in Basilicata pare essere fredda.
Note tecniche riguardanti l'impianto frenante con pompa di derivazione Ducati e scarico niente meno che Termignoni:
Ora... mi permetto di scherzare sulla moto in questione perché conosco Donato come persona tra l'altro dotata di indubbio senso dell'umorismo, ma vorrei fare una considerazione solo un poco più seria. La mattina del secondo giorno che ero da lui Donato ha preso la Cauasachi invece della ST4 per portarmi a fare un giro nei dintorni, e devo ammettere di averlo visto andare con questo ravatto molto più spedito (e soprattutto molto più sicuro!) di quanto mi capiti di veder andare a volte giovanotti in sella a sportive ultimo bercio. Altro che vecchi rincoglioniti!
Grazie di tutto, Donato...
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