" ...alla fine di ogni presentazione qualcuno del pubblico viene ucciso."
Adesso ho capito perché amo quest'uomo. Perché non è solo un grande scrittore, anzi narratore (lui preferisce così), ma anche un eccellente oratore e io ieri sera l'avrei ascoltato per ore. Anzi, per dirla tutta, me lo sarei portato volentieri a casa perché mi raccontasse le favole della buonanotte... sono certa che con lui farei bei sogni...E io ero lì, con le mie due amiche, a farmi trasportare dalla voce dei suoi ricordi e dalle emozioni che vive quotidianamente e di cui ci ha reso partecipi.
Donato lavorava per un'importante rete televisiva come sceneggiatore, aveva un ottimo contratto, uno stipendio da far invidia alla maggior parte delle persone, ma aveva "quella" storia che gli premeva dentro, Il Suggeritore voleva essere raccontato a tutti i costi, e così decise di mollare tutto.
Andò dal suo produttore e gli comunicò che aveva bisogno di un anno sabbatico per scrivere un libro e la risposta fu: "Tu sei pazzo". Quindi andò dal suo agente, stesso iter, e anche stessa risposta: "Tu sei pazzo". Alla fine rese partecipe del suo nuovo progetto la sua compagna di una vita, 13 anni insieme, che esordì con un "Tu. Sei. Pazzo". E lo lasciò. A quel punto Donato capì una cosa... forse il segreto per scrivere è farsi mollare dalla fidanzata.
E questo è solo uno dei tanti aneddoti che ci ha raccontato. Avrei voluto che poteste sentirlo mentre parlava della sua "avversione" per gli ebook, di come sia cresciuto tra dei veri e propri spacciatori di libri, della sua bancarella preferita alla stazione Termini di Roma che vende i romanzi dimenticati sul treno dai passeggeri. Io lo ammiro perché lui vede più di quello che tanta gente vede. Perché lui vede le storie sui volti delle persone, nelle situazioni che gli capitano, nei gesti dei passanti. Lui trae spunto ovunque.
Non c'è niente da fare, Donato sa di cosa parla e anche se si chiama Carrisi e il suo nome non è potente e d'impatto - ma lui non ha voluto usare nessuno pseudonimo - io ieri sera non avrei voluto incontrare nessun altro. Nè Ken Follet, nè Connelly e nemmeno Dan Brown. Solo lui, Donato Carrisi. Che si è aperto e venduto al pubblico con talento e maestria, che si è raccontato sotto diverse luci, come quando da piccolo vide il cadavere del suo vicino di casa, morto col sorriso sulle labbra e pensò "non so cosa abbia visto il signor Leandro prima di andarsene, ma quando sarà la mia ora spero di vederla anch'io" o quando alla sua prima autopsia per l'esame di medicina è svenuto per poi risvegliarsi su un tavolo di ferro accanto al cadavere.
Alla fine della serata Donato ha firmato le copie dei suoi libri, io ero lì con i miei tre tomi, e con grande orgoglio quando mi ha chiesto "A chi li dedico?" ho risposto "A Silvia. Tutti tre a me. Sono tutti miei". Ero felice. C'ero solo io, il mio autore italiano preferito, lo scenario bellissimo del cortile della biblioteca di Imola, una luna quasi piena... e i miei tesssori!
"Gli uomini fanno la storia, le donne fanno le storie."
Recensioni
- Il Suggeritore
- L'Ipotesi del Male
- La Donna dei Fiori di Carta