Per questo motivo, c'è chi sostiene che sarebbe meglio donare preferibilmente alle grandi organizzazioni che si occupano di beneficenza più che ad ogni piccola, seppur valevole, causa. Si afferma che donare a una grande organizzazione raggiunge 100 volte più persone bisognose di quante ne raggiunga un'iniziativa sporadica come l'Ice Bucket Challenge. E così, ogni 56 mila dollari di donazioni si aggiunge un anno di vita a chi soffre di SLA ma con la stessa cifra si aggiungono 500 anni di vita a chi è a rischio malaria.D'altra parte, seppure da un punto di vista strettamente utilitaristico possa affermarsi che è sempre meglio curare il maggior numero di persone con un dato importo è giusto considerare due cose: che la donazione nasce anche da sensibilità individuali che possono risentire di esperienze passate e che, pure se una patologia fa meno morti di un'altra, chi ne soffre non si sente per questo un privilegiato.La verità è che, probabilmente, i fondi andrebbero distribuiti secondo le possibilità che hanno di giovare alle vite dei malati, senza dimenticarsi di distribuirli in maniera proporzionale tra le varie patologie. E qui sembra giusto affermare che le grandi organizzazioni riescono a gestire e distribuire meglio i fondi, rispetto alle iniziative estemporanee. Ma la generosità segue anche l'estro del momento, e allora è meglio essere tentati, ogni tanto, da una buona campagna pubblicitaria piuttosto che aspettare di ricordarsi che le organizzazioni caritatevoli sono lì che, silenziosamente, aspettano.
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