Non fa sconti a nessuno Donkey Punch, offrendo un ritratto disarmante e degradante dell’essere umano, come non se ne vedevano da un pò. Cominciamo dal titolo, per quanti non lo sapessero (ed io ero tra questi) il Donkey Punch è una pratica sessuale che prevede di assestare alla nuca della partner un colpo violento e ben piazzato, tanto da provocarne lo svenimento, proprio al culmine dell’atto sessuale, aumentando così il piacere. Da questo malsano rituale, prende le mosse un horror di tutto rispetto, una vera e propria discesa agli inferi. Dopo un incipit piuttosto vacuo (che ricorda Hostel), in cui vengono presentati i personaggi, le loro vite e la loro effimera e disinvolta voglia di divertirsi a tutti i costi (ragazzi e ragazze in egual misura), il film prende una piega decisamente diversa, senza risparmiare colpi allo stomaco e vagonate di cattiveria. Complice una scena di sesso tra le più realistiche che si siano viste al cinema (siamo al limite dell’hard e questo scatenerebbe una riflessione sul mondo dell’ horror oggi, ma non è questa la sede) e parecchie secchiate di emoglobina, Donkey Punch è pellicola che di certo non si dimentica facilmente. La cosa più interessante da notare, è la totale assenza di assoluzione o empatia, tutti i protagonisti sono odiosi, stupidi e sacrificabili. Non sorprende quindi, che in un simile vuoto pneumatico di valori, ad un certo punto le cose prendano una brutta piega, dando vita ad un lacerante ed allucinato gioco al massacro, fatto di alleanze e tradimenti. Lo stile del film è ancora una volta di stampo quasi documentaristico (almeno nella prima parte) dando l’impressione di assistere ad un filmino delle vacanze, questo aumenta il senso di alieno straniamento provocato dalla seconda, che non mancherà di trascinare lo spettatore nei meandri di una lurida e maleodorante caduta negli abissi dell’animo umano. Non per tutti, ma comunque notevole.