Un'insolita Dunne in questo ultima sua fatica. Sempre di famiglia, si parla, sempre di dinamiche tra coppie, sempre di rapporti con figli più o meno problematici, sempre storie di affetti, odi, amori, rivalità.
Ma con un elemento in più, determinante: l'angoscia, di perdere tutto.
Un romanzo nella crisi del mondo, nell'improvviso baratro che si può aprire sotto a ognuno di noi.
E' un 'thriller' angoscioso e delirante, che ci presenta una carrellata di gente 'cattiva', sadica e bastarda che a seguito di presente ingiustizie familiari, presentano il conto nel modo peggiore: perseguitando.
Una Dunne che si aggira in modo attento e meticoloso, nei meandri della mente, nelle dinamiche affettive, sempre con uno sguardo vigile alla forze e alla capacità di reazione che le donne hanno, spesso a differenza degli uomini.
Non è la sua migliore prova. Troppa tensione, troppa ansia, troppa sofferenza.
Io che sono un amante dei suoi libri precedenti, la preferisco quando 'spacca' la famiglia per poi ricomporla, oppure per crearne una nuova.
Qui il finale è perdente, triste.
Magistrale il clima cupo e opprimente.
I personaggi, nessuno escluso, sono odiosi, antipatici.
Alla fine sei contento, molto.
Non è un bel segnale.