Magazine Cucina

Donna Franca Florio, una Targa favolosa e la Bella Epoque siciliana. Con una panzanella aristocratica

Da Lacucinadiqb

Donna Franca Florio, una Targa favolosa e la Bella Epoque siciliana. Con una panzanella aristocratica
La storia è sempre stata la mia materia preferita e quando Leo, il vincitore dell'Mtchallenge di Maggio, ha proposto una Caesar Salad, ambientando il tutto durante la Belle Epoque, non ho potuto che esserne intimamente felice.

La fine della guerra franco-prussiana, la grave depressione economica che ne seguì, le eco lontane di imperi e dinastie come quello portoghese, spagnolo ed ottomano furono determinanti per rendere gli anni tra il finire dell'ottocento e l'inizio del delirio bellico del novecento un periodo che ancor oggi si legge con struggente nostalgia.

Donna Franca Florio, una Targa favolosa e la Bella Epoque siciliana. Con una panzanella aristocratica

Furono anni di affrancamento ed emancipazione, di sviluppo tecnologico che si palesava nella vita di tutti giorni anche se per certe invenzioni, come il treno, alcuni grandi dell'epoca, come la regina Vittoria, non spesero parole entusiastiche, predicendone la scomparsa da lì a poco. Un po' alla volta i cavalli che trainavano lussuose carrozze finirono per essere sostituiti da quelli "fiscali" e la loro potenza chiusa all'interno dei motori delle prime scoppiettanti automobili, quegli strani mezzi che scatenarono fin da subito grandi odii ma anche grandi passioni. Era il momento di provare l'ebbrezza della velocità che sapevano dare i primi circuiti disegnati in mezzo ad una natura ancora selvaggia, una sorta di "pionerismo automobilistico che andava a braccetto con la fantasia, lo spirito d'avventura, lo sport inteso come religione". Sono queste le parole di Donna Giulia Florio, ultima discendente della celebre dinastia siciliana, che nel 1966 in una lunga intervista ricordò l'epoca ed i fasti della mitica Targa Florio, competizione sportiva che fece nascere lo zio Vincenzo, nel 1906. "Lo zio conosceva a memoria ogni centimetro del percorso. L'aveva creato lui e non gli pareva mai abbastanza difficile. D'altra parte erano gli stessi partecipanti a volerlo difficile, a volere che la corsa fosse una vera lotta, a voler soffrire prima di vincere o di perdere."


Donna Franca Florio, una Targa favolosa e la Bella Epoque siciliana. Con una panzanella aristocratica
il manuale di guida del mio bisnonno!
Nel 1912 la Targa diventa un evento internazionale e da tutta Europa gli appassionati accorrono in Sicilia per poterla vivere, da piloti o da spettatori. Mentre sulla pista si morde fatica e sudore ai lati è un perdersi d'occhio di boa di piume di struzzo, di abiti preziosissimi, di gioielli incredibili come i sette metri di perle vere che donna Franca Florio, la splendida mamma di Giulia, indossava e che le donavano quell'incredibile fascino che Boldini fissò in una sua celebre tela. Quando si parla di Belle Epoque il pensiero corre subito a Parigi ed ai quadri di Toulouse-Lautrec e si dimentica che anche il nostro paese seppe vivere l'"epoca bella" in tutto il suo breve splendore. Donna Franca non era una regina e Palermo non era una capitale europea eppure lei ricevette tutti i grandi dell'epoca: Kaiser Guglielmo II, gli Arciduchi russi, Giorgio V e Gabriele D'Annuzio. Finanzieri, scrittori, affascinanti seduttori e molte donne, le bellissime donne che sapevano sedurre con la sola promessa di uno sguardo.
Donna Franca Florio, una Targa favolosa e la Bella Epoque siciliana. Con una panzanella aristocratica

Esponente dell'aristocrazia meridionale donna Franca era una donna ricchissima: aveva ereditato zolfatare ed immensi latifondi, cantieri edili e compagnie di navigazione, tonnare e fabbriche di marsala, ma non erano solo materiali le sue doti. La sua bellezza e la sua eleganza, che seppero creare un'epoca, non vennero mai meno, neppure dopo la seconda guerra mondiale che diede il colpo di grazia ad un impero economico, unico nel panorama meridionale, che purtroppo non seppe rinnovarsi. La stessa grazia e la stessa eleganza li ho incontrati lo scorso anno, durante un velocissimo viaggio di lavoro a Trapani dove ebbi la fortuna e l'onore di conoscere Renato De Bortoli (e anche di cucinare con lui!), la sua splendida famiglia e il suo Bukkuram, "padre della vigna", l'incredibile vino che suo padre Marco, fondatore dell'azienda vinicola, creò curando ogni singolo chicco d'uva. Dopo cena Renato ci raccontò della seconda passione del papà, condividendo con noi la sua incredibile collezione di auto d'epoca e potete immaginare come corse la mia immaginazione quando mi raccontò che suo papà fu anche pilota della Targa Florio, ma in incognito, per non far preoccupare la mamma! Questa insalata è ispirata alla terra di Sicilia e l'ho immaginata così: delicata ed elegante come la bellissima Donna Franca e poi "verace", semplice e sincera come la passione della famiglia De Bortoli.
Donna Franca Florio, una Targa favolosa e la Bella Epoque siciliana. Con una panzanella aristocratica
 
Panzarella di germogli con uova in camicia e datterini confit

Ingredienti (per 4 commensali) 4 fette di pane raffermo, 1 cipolla di Tropea, qualche cestino di sakura mix, 4 uova bio, aceto di mele, olio evo, pepe tonk, sale nero in fiocchi, qualche rametto di timo fresco, qualche fiore di cappero, qualche datterino confit (cucinare nel forno statico a 140° per circa 2h circa i datterini adagiati sopra una teglia con un po' di olio evo, sale, pepe ed una presa di zucchero di canna), qualche pistacchio. Procedimento Ammollare nell’acqua ed aceto le fette di pane tagliate a tocchetti, strizzare bene, tritare in punta di coltello e mescolare in una ciotola con la cipolla di tropea tagliata a concassè, qualche fogliolina di timo e qualche fiore di cappero tritato grossolanamente: regolare di sale e profumare con pepe monk. Lasciar riposare qualche minuto. Nel frattempo portare a bollore dell’acqua acidulata con un po’ di aceto di vino bianco e tuffare, una volta, le uova intere: lavorarle con un paio di cucchiai in modo che l’albume avvolga il tuorlo e cucinare per circa 2’. Con una schiumarola raccogliere l’uovo in camica ed appoggiarlo in acqua e ghiaccio o abbatterlo immediatamente. Con le forbici tagliare le foglioline ed i germogli del sakura mix (in questo caso bietola rossa, crescione, rafano, porro) e condirli delicatamente spruzzando una vinagreitte preparata con un po’ di olio evo, qualche goccia di aceto di mirtillo e 2 gocce di tobasco. Regolare di sale e pepe. Versare un paio di cucchiai di panzarella nel fondo di un vasetto per vasocottura e schiacciare con il dorso del cucchiaio per ottenere una superficie lineare, adagiare un po’ di insalatina, posizionare l’uovo in camicia e decorare il piatto con qualche goccia di vinagreitte, foglioline di timo fresco, fiori di cappero, i datterini confit ed i pistacchi tritati. Al momento del servizio incidere l’uovo, profumare con un po’ di pepe monk e qualche fiocco di sale nero.
Donna Franca Florio, una Targa favolosa e la Bella Epoque siciliana. Con una panzanella aristocratica


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :