Donna, l’altra metà dell’arte

Creato il 06 marzo 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Art news è un luogo televisivo per parlare di arte ma, anche di donne.  Tra poco è l’8 marzo e allora parliamo di donne, oggetto e soggetto dell’arte;

Uno sguardo storico al rapporto tra donne e fotografia attraverso una mostra al MoMA di New York, “Pictures by women: a history of Modern photography”, una raccolta di 220 fotografie di donne.  Durante i 170 anni della storia della fotografia, le donne hanno assunto un ruolo sempre più importante, dando vita a diverse sperimentazioni. La mostra presenta una selezione di fotografie memorabili scattate da donne artiste. Dagli scatti romantici del passato, all’evoluzione tecnologica dove la donna capisce che può esprimersi e che l’obiettivo della macchina fotografica  “rivela e svela”, per arrivare alla donna contemporanea che da vita a nuovi scenari interpretativi.

L’arte può essere impugnata come un’arma contro le ingiustizie e le discriminazioni. Lo sosteneva la contestazione femminista quarant’anni fa quando perseguiva un obiettivo di liberazione attraverso azioni scioccanti e provocatorie. Una delle sue più incisive pioniere  è Valie Export, un simbolo della trasgressione che utilizza l’immagine per denunciare la  violenza e la sopraffazione sul corpo della donna. Lungo una strada affollata una donna giovane e bella porta a spasso un uomo al guinzaglio; la stessa donna seduta a gambe aperte in una tuta di pelle nera con un buco tra le gambe, ben visibili la vagina e i peli pubici, punta un revolver contro l’obiettivo; ancora la stessa donna in mezzo a una piazza invita i passanti a toccarle il seno nudo nascosto da una scatola che tiene attaccata al busto. Sono rimaste nell’immaginario collettivo le provocatorie performance dell’artista viennese Valie Export a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta e oggi la Export è diventata una delle artiste più influenti del mondo. L’artista mediale e performativa, è anche in questo coerente con il nome programmatico che si è scelto all’inizio della sua carriera: Valie Export, ossia esportatrice di valori, di trasformazioni, politiche e mediali al tempo stesso. Femminista radicale e creativa, è chiaro che rifugge quei modelli estetici statici e noiosi di bellezza femminile ancora così dominanti nel mondo mediale moderno per affrontare spesso i temi della sofferenza psichica e fisica di voci femminili poco ascoltate ma, sentite e l’intensità del suo lavoro non finisce di stupire.

Una donna particolare, un uomo particolare, una giornata particolare…un film che ha fatto epoca ripresentato ai giovani a Roma, racconta il breve incontro tra una massaia e un omosessuale durante una Roma in festa per un altro incontro, quello tra due dittatori, Hitler e Mussolini. Nel momento di pieno consenso ad un regime che di lì a poco avrebbe portato il Paese alla catastrofe. Un uomo e una donna in un disagio sottile come un ricamo in un film che rievoca lo squallore dei tempi fascisti alla luce delle idee attuali del femminismo e del fronte omosessuale.

Nella storia dell’arte la donna ha fatto passi da gigante, poco si conosce della loro attività creativa in passato, nella percezione comune, la storia dell’arte è quasi interamente opera di artisti maschi, e per di più spesso attivi per committenti o per collezionisti a loro volta di sesso maschile. Solo nel tardo ‘900 la presenza rosa si sparge anche nel mondo dell’arte, sino alle cyberartiste post-contemporanee presenti oggi sul web, esse sembrano fra loro legate dai fili di un destino sociale sempre pronto a spingerle nell’invisibilità, ai margini, lontane dal centro. La quasi assoluta assenza di donne artiste nella storia dell’arte occidentale, e la invece massiccia presenza di artiste negli ultimi decenni ci fa dunque affermare che l’arte possa farci crescere perché è sempre un po’ più avanti del pensiero comune e  che oggi potremmo essere appagate, soddisfatte di questa presenza estesa di voci femminili. Lo siamo ma non basta. Donne al potere o in corsa per divenire tali, donne protagoniste della moda, dello spettacolo, normalizzano in un’apparenza solo superficialmente appagante ma, pongono le premesse, della ricerca, della sperimentazione dell’inedito,  nel senso di quello di cui ancora non si è fatta sufficiente esperienza.


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