Avevo un attaccamento morboso per madre, non la lasciavo mai andare via.
Per mangiare dovevo leggere Topolino e le verdure le ho schifate dalla prima volta che la suora me le ha messe in bocca.
Solo per farvi sapere: io non mangio verdure. E non rompete le palle con la storia delle 5 verdurine al giorno: io ho 26 anni e le verdure non le mangio, e sono sana. Ok?
Da piccola avevo i cani immaginari: un alano e un altro che non ricordo. Ed eravamo amici amici.
Da piccola, quando madre usciva a cena con padre elegantemente vestita, io le chiedevo dove cavolo andasse vestita donna, e le dicevo che comunque non era il caso che lei uscisse tutta in ghingheri e pure con i tacchi.
Poi dicevo ai miei cani immaginari che vestirsi donna era proprio noioso, e che "Io donna non mi ci vestirò mai, mai!"
E ancora ora, io donna non mi ci so vestire.
Per la piccola Costanza, vestirsi donna voleva dire: vestito, tacchi alti, collant, trucco e parrucco. E una cena fuori.
Ma quello lo faceva madre, mentre io stavo a casa in pigiama a parlare con i miei cani.
Per la Costanza attuale, vestirsi donna equivale a: mani che sudano, agitazione, scarpe che fanno male, ascelle che molto probabilmente si pezzeranno nel momento meno opportuno, scomodità assoluta, discussioni con la famiglia, e una strana sensazione di essere molto brutte, se strizzate in un tailleur o in una camicia.
E un'altra strana sensazione che preferirei evitare: l'invecchiamento precoce.
Vestirsi donna per la me di oggi vuol dire:
colloquio di lavoro, in cui le ascelle cominceranno a colare e ti chiederai perché ti sei messa la camicia azzurra sotto la giacca, che c'era quella maglia nera che tua mamma ti aveva detto di metterti che così stavi tranquilla e invece te ti sei voluta mettere quella che pezza, scema.
E penserai queste cose giusto nel momento in cui il tuo forse datore di lavoro ti sta chiedendo delle cose e tu non stavi ascoltando perché eri concentrata sulle tue ascelle, e devi chiedere "Come, scusi?";
cene fuori, e non con il tuo nuovo fidanzato ma probabilmente con la tua famiglia a discutere di quello che farai da grande, della tua vita, delle tue scelte e del fatto che prima o poi dovrai crescere.
O cena con i tuoi parenti, pronti a farsi i cazzi tuoi anche se tu non ci tieni molto a raccontare la tua vita e ci tieni più a mangiare quello che c'è sul tavolo.
O cene con un tuo possibile futuro datore di lavoro, a fare quella che è sempre sorridente e carina ed educata e vestita così elegante e a sentire discorsi che insomma, che noia.
O cene con le coppiette, tutti a parlare di grandi progetti da fare in due e tu a parlare di progetti da fare in uno.
matrimoni, di qualcuno e non sicuramente il tuo, in cui a metà serata le scarpe cominceranno a farti male e vorresti avere un paio di babbucce da nonna ai piedi ma invece hai il tacco 12 perché volevi fare la figa, e il reggiseno a balconcino che ti strizza le poche tette che hai comincia a conficcartisi nello sterno e ti fa prurito, ma te lo devi tenere che sennò senza tette dove vai che qui sono tutte maggiorate; e mentre tutti ballano tu balli, ma la faccia comincia a contorcersi in una smorfia di dolore che qualche stronzo davanti a te con il mocassino ti ha pestato un piede;
fiere e eventi, in cui tutte le ragazze che vedi sono vestite nello stesso identico modo perché il tailleur nero o grigio fa elegante, il vestitino è comodo se devi muoverti e se poi in fiera fa caldo ti togli la giacca, la ballerina non è scomoda da portare tutto il giorno anche se poi la schiena ti si storge, il gambaletto nero è salva vita, ma ti stritola il polpaccio, la camicia bianca non si pezza quanto la camicia colorata e poi fa molto "bon ton anche su un jeans sportivo", come ti ha insegnato la commessa che te l'ha venduta.
Bugia: si pezza eccome, e bon ton sul jeans un cazzo;
ufficio, dove il jeans verrà dimenticato e piano piano getterai tutte le tue magliette e comprerai top svelarini e di colori tono su tono che si possono abbinare a tutto, anche ad un jeans sportivo.
E dimenticherai le scarpe da ginnastica e ti metterai queste benedette ballerine, e gli stivali, e il mocassino. E tutto il giorno davanti al computer con la tua giacchettina.
Quando mi vesto elegante sento la mia età che avanza, sento gli enta più vicino che gli enti, il peso delle cose che prima o poi bisogna affrontare, la voce delle commesse che ti dicono che il pantalone del tailleur ti sta benissimo e la camicia ti dona moltissimo e il giallo canarino è un colore così di moda, che devi avere.
Ma chi la vuole la tua giacchetta giallo canarino e i tuoi pantaloni del tailleur che poi non so con che scarpe metterli e mi fanno il culone.
E' che vestirsi eleganti mi ricorda che tutti stiamo crescendo e che finiremo tutti a lavorare, che per tutta la vita lavoreremo e ci scorderemo di quello che volevamo davvero fare e ci uniformeremo a quello che gli altri vogliono da noi, che pretendono da noi.
E alla fine diremo che si, non è il lavoro della mia vita, volevo fare altro, avevo un sacco di idee, avrei sognato di andare a vivere via per un po', ma tutto sommato mi va bene così. Tutto sommato sono contento.
Ma lo sei davvero, contento?
Parleremo di fare bambini e di mettere su famiglia, dei mobili che arrivano nelle case nuove e degli altri che invece non mettono mai la testa a posto e non si sa cosa faranno poi perché ancora sono single e il tempo passa per tutti.
Daremo del lei a quelli che una volta erano i nostri amici, ci perderemo di vista e non ci saluteremo più quando ci incontreremo, oppure diremo "Si si, andavamo a scuola insieme tanto tempo fa", come se fosse stata la vita di un'altra persona.
Ci dimenticheremo di tutte le sbronze che ci siamo presi e diremo che non beviamo più da quando durante il weekend dobbiamo finire il lavoro arretrato; schiferemo quelli che non lavorano in ufficio, perché la sicurezza al 50% che ci danno quattro porte e un paio di muri e un computer e i colleghi davanti a noi è meglio di non avere sicurezza al 100%, faremo cose e per chi è fortunato saranno quelle giuste e per chi no sogneremo di essere altrove, a fare altro.
Diremo si a delle cose che un tempo avremmo lottato per dire no, e ascolteremo musica lounge perché il rock era la musica che ascoltavamo quando eravamo giovani e riottosi.
E' che ancora non riesco a vestirmi donna.
Donne si vestiranno quelle che si sentono pronte, con fidanzati, case, lavori perfetti eccetera eccetera.
E vaffanculo alla camicia bon ton, che tanto i jeans sono tutti sportivi.
E le camicie, bianche nere o colorate, alla fine pezzano tutte, cara mia.
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