I due si beccano come sempre cercando di conquistare attenzione a spese dell'altro.
Andrea si innervosisce e quindi si finisce, mentre guido e quindi non posso farci nulla, a insulti, mani che si allungano, urla sperticate e pianti da coccodrillo.
Una volta lasciata Bianca alla sua scuola rimango solo con Andrea. Imbronciato. E io già bello nervoso, pronto per una giornata che si sta rivelando orripilante di suo.
Andrea, appena si rilassa un attimo, esattamente dietro di me, mi allunga una sua massima.
- Papà, con le donne bisogna avere pazienza. Bianca è un po' fuori di testa, ma bisogna avere pazienza con lei.
- Ah sì, e perché? domando io reprimendo una risata convulsa.
- Le donne ne hanno sempre una. Sono sempre nervose e non ascoltano mai.
- Proprio mai? ribatto io bastardamente.
- Mai, e lo sai perché? mi chiede dallo specchietto retrovisore con un ghigno terribile.
- No, perché?, anche perché non lo so veramente.
- Perché loro parlano, parlano, parlano e ascoltano solo se stesse. Quindi non serve che ascoltino anche gli altri.
- Ah sì? Fa così anche Bianca? gli chiedo.
- Certo, e infatti mi fa una testa così e io non capisco più niente.
Poi si gira, prende lo zainetto, mi dà un bacio ed entra a scuola.
Giuro che io non gli ho mai detto nulla.
È una verità che ha scoperto tutto da solo, lui innocente bambino dei nostri giorni.
Come diceva quello là, "meditate gente, meditate...".