Come Angustìa Maria, donna super-impegnata che aveva implorato Dio a lungo perché la sdoppiasse, o come Nona, che si rifiutò di ballare al ritmo dei tamburi al funerale di quel suo vecchio e violento marito.
E che dire di Lupe, innamorata di un camionista traditore, in un mondo nel quale la gente non capisce come mai
una donna di classe ascolti certe canzoni comuniste che non dicono nulla.
E in un momento di crollo psicologico, è proprio Lupe a spiegarci la vita di queste nuove donne del Terzo Mondo, parlando tra sé e sé:
Non bastava il cumulo di lavoro che avevi ultimamente, né il problema degli scarsi finanziamenti semestrali provenienti dagli organismi internazionali di cooperazione, né la crisi economica o la raffica di black-out e il caldo, non era sufficiente la vita da Ong che a fine secolo deve condurre una donna indipendente come te che lavora dalla mattina alla sera, destreggiandosi tra un progetto e una campagna; donna emancipata di fine millennio che abita in un Paese del Terzo Mondo in via di sviluppo (sebbene ci siano opinioni contrastanti al riguardo) innamorata come una pera cotta di un camionista… [cut]
Ho scelto di intitolare il post Donne che resistono, perché secondo me questi non sono altro che racconti di Resistenza moderna. Potrebbero arrendersi, o emigrare verso l’American Dream, come da decenni fanno gli uomini centrosudamericani, ma no! Lottano combattono fino all’ultima goccia di sangue per cambiare lo stato delle cose.