Il già vasto catalogo Sinister Film, costituito da classici e b-movie del passato, continua ad espandersi alla riscoperta i dvd di titoli che, almeno dalle nostre parti, non ebbero diffusione neppure su supporto vhs. Quindi, se ancora non ne avete abbastanza di mostri verdi, alieni zombificatori e cormanate tratte da Edgar Allan Poe, eccovi serviti con altri due introvabili riesumati dalla label distribuita da CGHV, entrambi introdotti, come sempre, dal trasher Luigi Cozzi.
Il primo, Il cervello di Donovan (1953), diretto da Felix E. Feist, prende le mosse da Il cervello mostro, romanzo che, portato sullo schermo anche da George Sherman con La donna e il mostro (1944) e da Terence Fisher con L’uomo che vinse la morte (1962), è stato scritto da Curt Siodmak – sceneggiatore de L’uomo lupo (1941) di George Waggner – approfondendo le tematiche già sfruttate nel suo script per Black Friday (1940) di Arthur Lubin.
Con la futura first lady Nancy Davis tra i protagonisti, un’innovativa storia di fantascienza che parte dalla figura del medico Cory alias Lew Ayres, il quale, dedito ad astruse ricerche, prende il cervello di un milionario di Los Angeles perito in un incidente aereo (il Donovan del titolo) per porlo in una incubatrice, collegato a un encefalografo per studiarlo nelle sue più minute reazioni. Fino al momento in cui, in un crescendo di suspense, il cervello, ormai prodigiosamente sviluppatosi, arriva ad impossessarsi della volontà dello scienziato, spingendolo all’omicidio.
Il secondo, invece, con mini-poster incluso nella confezione, è un fino a oggi introvabile prodotto messicano che porta la firma del prolifico Chano Urueta: Il mostruoso dr. Crimen (1955), annunciato sui manifesti italiani come “Più forte di Frankenstein, più sanguinoso di Dracula, più feroce dell’uomo lupo”.
Anche se, in fin dei conti, ricorda più il protagonista de La maschera di cera o il fantasma dell’opera di Lon Chaney il deforme dottor Herman che, interpretato da José Maria Linares-Rivas sotto un rozzissimo make-up, desideroso d’incontrare un’anima gentile attira tramite un insolito annuncio su un giornale la giornalista Nora alias Miroslava, in realtà a caccia di uno scoop giornalistico. Ma, quello che potrebbe apparire come l’ennesimo mix di esperimenti alla Frankenstein e La bella e la bestia, rivela tutta la sua originalità grazie al geniale soggetto a cura del nostro Arduino”Napoli milionaria”Maiuri, il quale, dal momento in cui il dottore scopre le vere intenzioni della donna, tira in ballo un bel giovane da lui resuscitato e sfruttato per catturarla, in modo da poterla poi sottoporre ad un intervento per sfigurarla.
Fornendo, quindi, un’interessante discorso-metafora relativo al condizionamento che la femmina subisce dall’aspetto esteriore del prossimo; talmente innovativo per l’epoca in cui venne realizzato il film – la cui desolazione regnante, dovuta con ogni probabilità all’esiguo budget, non rappresenta altro che un pregio – da lasciarci tranquillamente pensare che sarebbe ora di farne un remake. Magari con le stesse, efficaci cupe atmosfere.
Francesco Lomuscio