Avete mai sentito parlare di Donpasta dj?
Qualcuno lo definisce cuoco-dj, altri gastronomo della musica, altri di lui dicono “ah, si quel tipo che mette i dischi mentre cucina”.
Io lo definirei un’artista che regala la sua anima musicale ai fornelli, la cucina e ve la serve su piatti, quelli dove poggia i vinili.
Ma questo è solo un piccolo aspetto dell’identità professionale e personale di Donpasta.
Da qualche settimana, tra gli scaffali delle librerie, potete trovate il suo ultimo libro “Artusi Remix” un ricettario scritto dall’autore per racconatre la cucina italiana utilizzando il metodo del buon Pellegrino Artusi.
Intanto, conosciamo meglio Donpasta e il suo profilo culinario!
Chi è Donpasta visto da Daniele De Michele?
Uno che non si sta mai fermo, che non riesce a fare una sola cosa, che deve sempre andare a assaggiare cose nuove. Non è facile stargli accanto.
Quando ti presenti professionalmente che rispondi? Che sei “djeconomistaappassionatodigastronomiascrittore”?
Non so più che dire. Dico che sono un appassionato di cucina popolare e che mi piace mangiare, bere e sentire buona musica.
Spiegami in tre righe cosa è, e cosa troviamo sul tuo libro “Artusi Remix”.
E’ un viaggio nell’Italia che mi appassiona, quella che ha conservato tracce di cultura popolare in un luogo in cui gli smemorati si credono più furbi degli altri. E’ un ricettario collettivo, partecipato, che difende una cucina priva di etilismi, di faciloneria. Cucina di sostanza ma piena di simboli.
Secondo te, cosa rappresenta il Pellegrino Artusi per la cucina italiana ?
E’ il documento forse più affascinante, perché pieno di annotazioni, pensieri, riflessioni attorno al cibo quotidiano. L’esatto opposto dei ricettari moderni, ultratecnici, freddi privi di legami con la nostra storia.