L'avvocato Artem Pacev su questo interessante articolo di "Russia Behind the Headlines"
dice cose molto interessanti e che sento di condividere “Lo sport è molto apprezzato in Russia e ha un suo obiettivo politico. L'incarico è semplice: devi vincere e basta. Nessuno pensa in prospettiva. Il doping è la scelta più semplice: è la via più breve alla vittoria”.
La DDR e l'URSS, di cui la Russia attuale è figlia, portano ancora le cicatrici e probabilmente alcuni tra gli allenatori e medici sono ancora di quella scuola.
Va detto però che sia in questo scandalo, sia in quello kenyota, sia in quello che fu lo scandalo Armstrong, si nota una presenza italiana tra i medici dopanti che mette una certa tristezza e ci fa domandare quanta etica manchi nello sport italiano.
Quanta poca cultura sportiva manchi a causa anche dell'idea diffusa che siano le istituzioni a doverla sostenere quando la verità è che l'etica e la cultura sportiva sono patrimonio di tutti coloro che lavorano nello sport.
Sponsor e procuratori compresi, che spesso chiedono risultati e in modo indiretto spingono al doping