Dopo 1756 giorni di discussioni i pidiellini vogliono più tempo per discutere di omofobia. E poi uno dice che sono tonti!

Creato il 23 luglio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Sono esattamente 1756 giorni che in Parlamento si parla di omofobia. A parte Carlo Giovanardi che continua a considerarla ancora una pericolosa, quasi letale, forma di otite, gli altri del Pdl giocano a fare i guardiani di pecore e, come per tutti i temi cosiddetti “etici” che alla fine riguardano solo sacrosanti “diritti civili”, si irrigidiscono dimostrando una scarsissima sensibilità sociale oltreché umana. Ha voglia Dario Franceschini a dire che l'omofobia non c'entra con i cosiddetti temi etici ma riguarda solo il codice penale, l'ala dei cattolici duri e puri del Pdl vede l'inserimento del reato di omofobia nella legge Mancino, come fumo negli occhi e come un tentativo maldestro della sinistra di far piangere contemporaneamente due Papi, qualche cardinale, un manipolo di vescovi e qualche centinaia di preti pedofili. Il fatto è che i pidiellini sono persone così, donne e uomini tanto al chilo, che sui temi etici adottano la filosofia della Balena Bianca: “Non se ne parla”. Infatti chiedono la moratoria, perché per loro i diritti delle coppie di fatto, il riconoscimento dei diritti dei gay e dei trans, le unioni civili e la bioetica sono temi divisivi. Pensate, perfino rispetto al reato di omofobia i pidini, pur di non intralciare il cammino di LettaLetta e non far piangere Re Giorgio, si sono calati le braghe. Mentre la legge Mancino ritiene aggravanti gli sfondi xenofobi e razzisti di alcune tipologie di reati, lo stesso non avverrà per quelli a sfondo omofobico. “Però almeno se ne parla e l'omofobia entra nel codice penale”, hanno detto all'unisono Scalfarotto ed Epifani. Sì, è vero, ma sempre come frutto di un compromesso che svilisce e svuota l'impegno ormai decennale di uomini e donne vittime di reati vergognosi che trovano tolleranza solo nei codici dei paesi fondamentalisti. Facciamo un ragionamento terra terra. Perché i pidiellini non vogliono una legge che combatta efficacemente la corruzione? È questa l'idea che hanno di libero mercato? Perché i pidiellini non vogliono una legge che combatta il conflitto di interessi? È questa l'idea che hanno di tutela del patrimonio personale e dell'etica pubblica? Perché i pidiellini non vogliono una legge che introduca i diritti delle coppie di fatto? È questa l'idea bizzarra che hanno di famiglia? Perché, per anni, i pidiellini si sono opposti a tutte le norme riguardanti una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro? È questa l'idea che hanno di mercato globalizzato? Perché, invece, i pidiellini vogliono una legge che punisca i disturbatori dei comizi, i manifestanti terremotati, gli esponenti anti-Tav, i disoccupati in piazza, i medici che scioperano, i tassisti che s'incazzano, i detrattori di Brunetta e quelli che danno del puttaniere a Silvio? È questa la loro idea di ordine pubblico e uguaglianza sociale? Comunque la si voglia mettere, i pidiellini confermano di essere la vera forza anti-politica di questo paese, un magmatico universo di donne e uomini che di mestiere fanno gli attori e a tempo perso, i politici. Lo dimostra o' Schiattamuort che per ben tre volte ha mentito spudoratamente nell'aula di Montecitorio, affermando di non sapere nulla della deportazione delle kazake mentre sapeva tutto e anche di più. E ha mentito anche LettaLetta che si è affannato a difenderlo. Eccoli i nostri politici: in fila, a due a due, mano nella mano, con il fiocco e il grembiulino, pronti a cantare tutti insieme Fratelli d'Italia. È nato il Royal-Baby. È un maschio, pesa quasi quattro chili e sarà il prossimo re d'Inghilterra. Per giorni ha retto l'impatto con le prime pagine di tutti i giornali del mondo, vittima, ancora prima di nascere, del più grande gossip della storia dell'umanità. Se un giorno diventasse un pericoloso e maniacale serial-killer non ci sconvolgeremmo neanche un po'.

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