E così Gennuso ce l'ha fatta, come ampiamente annunciato. Era più prevista la sua rielezione che non la pioggia torrenziale. Le elezioni suppletive di Pachino e Rosolini, motivo di grande dileggio a livello nazionale nei confronti della Sicilia (forse qualcuno a Palermo ancora non se ne era accorto...), hanno confermato alcune cose. Cioè che la Sicilia tendenzialmente, come ebbe a far notare persino Angelino "Quid" Alfano, vota a destra, comunque moderato, insomma post-democristiano. Crocetta, l'indubbio sconfitto di questa elezione-farsa, sta provando a pescare proprio lì, in quella sterminata e paludosa area, lui ex comunista, per garantirsi una sopravvivenza politica. La sua sconfitta è certificata non solo dal fatto che all'Ars non avrà più l'ipotizzato sostegno di Pippo Gianni (il duello vero, a Rosolini e Pachino, era tra lui e il quasi omonimo Gennuso), ma anche dalla vittoria e riconferma risicata di Bruno Marziano come deputato regionale Pd. Gli sono bastati 47 voti in più per superare il renziano Cafeo, sponsorizzato dallo stesso governatore. Quindi, in attesa dei soliti inevitabili ricorsi, si allarga la frattura nel centrosinistra, che in sostanza le elezioni del 2012 non le ha mai vinte. Saro, il rivoluzionario della giunta "pirotecnica", l'ex sindaco dei Comunisti Italiani, è stato abbandonato dall'ala sinistra del Pd.
Gennuso, l'uomo dei bingo, ha vinto invece la sua lotteria. Pippo da Rosolini come Luigi XV: dopo di lui, il diluvio.