Dopo gli attacchi di Parigi gli elettori repubblicani continuano a preferire Donald Trump

Creato il 22 novembre 2015 da Pfg1971

Per qualche giorno, dopo gli attentati terroristici di Parigi, i sondaggi sul gradimento dei principali candidati repubblicani alla presidenza americana sembravano aver imboccato una strada nuova.

Dopo che, per mesi, uomini come il miliardario Donald Trump e il chirurgo Ben Carson erano stati capaci di distanziare in maniera imbarazzante politici di esperienza e carattere come Jeb Bush o il senatore Marco Rubio, le cose parevano cambiate.

Il dramma di Parigi con il suo carico di morte, incertezza e insicurezza sembrava aver convinto gli elettori repubblicani che se gli Usa avrebbero potuto presto trovarsi in una situazione simile fosse meglio puntare su uomini con migliori credenziali.

Quindi, nei giorni immediatamente successivi ai fatti di Parigi, l’ex governatore Bush, il senatore della Florida Rubio ma anche il senatore del Texas Ted Cruz sembravano aver guadagnato terreno.

Del resto, di fronte ad una tragedia come quella avvenuta in Francia, appariva lampante la pochezza di preparazione o di reale visione politica di Trump o Carson.

Il miliardario aveva risposto ai morti del terrorismo dell’Isis in maniera poco convincente, dimostrando quanto potesse essere scarsa la sicurezza americana nel caso in cui questi fosse riuscito ad entrare nell’Ufficio Ovale.

Ben Carson aveva fatto anche peggio.

Nel corso del terzo dibattito tra i candidati del Gop, tenutosi il  giorno dopo gli attacchi di Parigi, il neurochirurgo di colore aveva sostenuto che in Siria, accanto alla Russia di Vladimir Putin, erano attive anche forze dell’esercito cinese.

Non solo, quando gli era stato chiesto come avrebbe contrastato, da presidente, i terroristi dell’Isis, Carson non era stato in grado di nominare alcuna nazione con cui costruire una possibile alleanza antiterrorista.

Una ignoranza notevole che non poteva non giocare a favore di uomini più preparati ma meno populisti come Bush o Rubio.

Il “ravvedimento” degli elettori repubblicani, scioccati dalla carneficina di Parigi, è però durato lo spazio di una notte.

Forse perché nemmeno politici, sulla carta, più capaci di affrontare simili emergenze hanno dato buona prova di sé.

Basti pensare che Jeb Bush ha risposto ai fatti francesi proponendo di far entrare negli Usa solo quei migranti mediorientali sicuramente cristiani, mentre Rubio si è fatto interprete di una risposta puramente bellicista, analoga a quella dei neocon responsabili, con Bush jr., di quella guerra in Iraq e del disordine successivo che ha posto le basi per l’insorgere dell’Isis.

Ma anche perché, come ha evidenziato il Washington Post, l’elettorato repubblicano, stanco dei politici di professione, preferisce votare per candidati in grado di cambiare Washington.

Il 52% degli elettori si esprime in tal senso e ben il 47% crede che l’uomo in grado di cambiare lo status quo della politica americana sia Donald Trump, seguito al 22% da Ben Carson.

Solo l’11% ritiene che l’esperienza sia una dote che deve possedere il presidente repubblicano ideale.

In questa speciale classifica, Jeb Bush si assicura il primo posto con Trump al secondo.

Ma quando si chiede ai votanti repubblicani chi pensano che sia più in grado di cambiare gli intrighi della politica di Washington, solo il 7% nominano Bush.

In sostanza, a poco più di due mesi dall’inizio delle primarie repubblicane, gli elettori del Gop continuano a preferire uomini magari poco preparati ad affrontare tragedie come quella di Parigi, ma che siano onesti e disposti a fare di tutto per cambiare la politica e renderla più vicina alla gente, separandola dai grandi interessi delle lobby che frequentano i corridoi del potere di Washington.