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Dopo il san raffaele , un altro immobile ospedaliero del vaticano rischia il crack : idi-san carlo.

Creato il 09 novembre 2011 da Madyur
Da sempre Franco Decaminada per i suoi fratelli è un padre spirituale , una guida sicura che indica la retta via. E la Congregazione gli ha affidato il suo impero , e soprattutto i suoi beni più preziosi. Ossia l’Ospedale S.Carlo e l’Idi , l’Istituto dermopatico dell’Immacolata , uno dei più importanti centri dermatologici d’Europa.
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“Castità, obbedienza, povertà”, recita il regolamento. Che Decaminada segue a modo suo : tre anni fa s’è comprato una villa di 18 stanze in Toscana circondata da 23 mila metri quadrati di terreno e prati. Il fatto è che mentre si effettuano lavori di ristrutturazione , la Congregazione è in crisi e registra un buco mostruoso in bilancio , stimato tra i 300 e i 400 milioni di euro.
Padre Franco – che tutti chiamano Presidente , anche se il capo dell’istituto religioso è il suo amico Ruggero Valentini – è l’indiscusso comandante che ha manovrato la nave negli ultimi lustri. Consigliere delegato dell’Idi , è grazie a lui che i suoi fratelli fanno il salto di qualità.
La Congregazione è nata nel 1857 grazie a Don Luigi Monti , i frati sono celebri per la cura della tigna dei contadini , oggi controllano oltre ai due grandi ospedali romani anche “Villa Paola” in provincia di Viterbo , una dozzina tra case di cura e orfanotrofi sparsi in tutta Italia, una società farmaceutica che fattura 20 milioni di euro l’anno , il centro oncologico di Nerviano, vicino Milano , e l’Elea , un’azienda fondata dalla Olivetti specializzata in formazione.
I concezionisti sono famosi nella Capitale. Ogni mese frati-laici invitano ai loro eventi deputati e big del partito che discettano di fede , politica e televisione , e di Vangelo. Alla corte di Decaminada ci vanno tutti. Hanno presentato i loro ultimi libri il monsignor Fisichella e il segretario del Pd Bersani.
Gli illustri ospiti non hanno idea della barca che affonda , mentre il Vaticano sa che la situazione finanziaria è compromessa. Qualche settimana fa il cardinale Tarcisio Bertone ha spedito un visitatore apostolico per spulciare i conti e cercare di capire cos’è accaduto in questi ultimi anni. Non sarà facile , ma già ora i più pessimisti temono che il fallimento sia vicino.
La Idi-San Carlo viaggia con un debito verso Unicredit superiore ai 100 milioni di euro. Struttura d’eccellenza nel campo dermatologico , con un pronto soccorso e centinaia di posti di letto, nei due nosocomi lavorano 1500 tra medici , impiegati e infermieri , che offrono centinaia di prestazioni l’anno, tra ricoveri e visite specialistiche. Da quest’estate i dipendenti hanno cominciato a essere pagati in ritardo. La Congregazione ha dati colpa alla Regione , spiegando che i rimborsi non arrivano nei tempi previsti.
La Regione però sta valutando i vari drg ( cioè i ricoveri ospedalieri) che sembrano inappropriate. Idi-San Carlo non ha firmato nel 2010 l’accordo tra la Polverini e l’Aris sui budget dei nosocomi. Ogni anno dalla regione rimandano indietro fatture per prestazioni inappropriate per circa 15-20 milioni di euro. Una volta si è arrivati a 26. Denaro, che per La Congregazione , è da considerarsi come mancato ricavo. Dal 2006 al 2009 l’Idi – San Carlo è stato gestito da un certo Giovanni Rusciano , un imprenditore campano venuto dal nulla ma con rapporti d’affari con gente misteriosa. Ma Firme sui documenti non ce ne sono , ma nei protocolli della presidenza più importanti spunta spesso , sarà una coincidenza.
Il 2 febbraio Luca Casertano e Fabrizio Ferri della Direzione Sanitaria hanno mandato una durissima nota a Decaminada diffidandolo ad attivare nuove funzioni assistenziali in assenza delle autorizzazioni previste. L’Asl Roma E ha mandato alla Procura regionale della Corte dei Conti un fascicolo nel quale si segnalano alcune operazioni anomale : gli uomini della Congregazione avrebbero chiesto più volte il rimborso delle stesse prestazioni mediche. Al centro dei controlli c’è una società , la Servizi Sviluppo e Ricerca srl , che diceva di aver comprato parte dei crediti dell’Idi-San Carlo. Fino al marzo 2011 la srl era amministrata da Decaminada. Oggi la società ha cambiato nome , oggetto sociale e sede (Da Roma a Catania) . Perché?
Un’altra operazione disastrosa è quella che ha portato all’acquisto del Nerviano Medical Sciences. Appoggiati da Gianni Letta e Pio Laghi (cardinale che fu discusso nunzio apostolico in Argentina durante la dittatura dei militari) i frati della Congregazione nel 2004 hanno battuto la concorrenza di colossi navigati , come il gruppo Dompè , e si sono aggiudicati dalla Pfizer una delle più grandi aziende europee specializzate in farmaci anticancro. Oltre 700 tra tecnici e ricercatori hanno festeggiato , sperando che i preti potessero rilanciarli.
La Pfizer cedeva il centro a un euro , ma aveva lasciato un tesoro di ben 250 milioni. Se si sommano a questi i soldi dell’Unicredit , e i 15 milioni l’anno, più che una ricapitalizzazione di 60 milioni di euro. Facendo i conti , dal 2004 al 2009 il management ha in pratica bruciato poco meno di mezzo miliardo.
Costì tra sprechi e investimenti sbagliati oggi i frati devono a Unicredit oltre 150 milioni. Nonostante tutto qualcuno ci ha guadagnato come Giampiero Duglio , per anni ad della struttura e fedelissimo di Decaminada, che ha lasciato con una ricca buonuscita. Duglio ha lavorato prima all’Atala , azienda di biciclette, e alla Oxygen di Padova , dove si occupava di monopattini elettrici. Un curriculum originale.
Nel 2010 la Regione Lombardia ha preso il Nerviano Medical Sciences a una nuova Fondazione di proprietà del Pirellone. Un pacco regalo con dentro ; centro, terreni, ricercatori e debiti progressi. Finora il passaggio di consegne non c’è ancora stato. Chi si accollerà il rosso record?
Intanto Decaminada continua a comprare, una società di cui è unico azionista , la Punto Immobiliare, ha acquistato una villa a Magliano in Toscana. Oltre 380 metri quadri , valore superiore al milione di euro.

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