Magazine Cultura

Dopo il successo di sister cristina, ecco a voi sister ida

Creato il 07 gennaio 2015 da Cannibal Kid
Condividi
DOPO IL SUCCESSO DI SISTER CRISTINA, ECCO A VOI SISTER IDAIda (Polonia, Danimarca, Francia, UK 2013) Regia: Pawel Pawlikowski Sceneggiatura: Pawel Pawlikowski, Rebecca Lenkiewicz Cast: Agata Trzebuchowska, Agata Kulesza, David Ogrodnik, Halina Skoczynska, Joanna Kulig Genere: on the road Se ti piace guarda anche: Philomena, Lourdes
Non mi piacciono i film sulle suore. O meglio, non è che non mi piacciano del tutto, Lourdes ad esempio l'avevo apprezzato particolarmente, sarà che nei panni della suora c'era una certa Lea Seydoux. Più che non piacermi, non mi ispirano molto. Forse sono strano io, ma preferisco vedermi una pellicola con protagonista una ninfomane, giusto per fare un esempio a caso, piuttosto che una suora. Se a ciò aggiungiamo il fatto che Ida è una pellicola polacca in bianco e nero ambientata negli anni '60, ma non negli anni '60 stilosi della Swinging London dei Beatles o della New York dei Mad Men, bensì nei deprimenti anni '60 della Polonia del dopoguerra, ci si può chiedere perché diavolo sia finito a guardarlo. Ho recuperato Ida sulla scia di numerosi pareri positivi di chi l'ha visto, che l'hanno reso uno dei film più acclamati dalla critica a livello internazionale negli ultimi mesi, oltre che un autorevole possibile candidato all'Oscar 2015 come miglior pellicola straniera. L'ho recuperato inoltre perché le sfide, soprattutto quelle impegnative, mi piacciono e mi piace confrontarmi con le mie paure. E a me le suore fanno una paura dannata. Prendiamo Sister Cristina, vero nome Cristina Scuccia, la cantante rivelazione dell'ultima edizione di The Voice Italia. Dietro alla sua “creazione” non c'è il Signore, bensì ci sono dei gran signori del marketing che, scegliendo di farle interpretare “Like a Virgin” di Madonna, si sono rivelati degli autentici geni del male. Per quanto mi riguarda, io personalmente quando vedo il video di Sister Cristina che canta quel pezzo ho i brividi. I brividi di terrore.

La giovane protagonista di Ida, interpretata dall'esordiente totale Agata Trzebuchowska, non mi fa invece paura. Anzi, è una bella fig...liola, se solo non si vestisse come una suora. Peccato che quello di diventare suora sia il suo sogno. C'è gente che fa proprio dei sogni strani. A giorni Ida deve prendere i voti, ma prima la sua madre superiora la obbliga a incontrare la sua unica parente rimasta in vita. Ida va così a conoscere sua zia Wanda (interpretata da un'intensa Agata Kulesza), un'ex giudice (di tribunale, non di The Voice) severa sul lavoro ma libertina nei costumi e nelle abitudini di vita. Una gran zoccola, in altre parole.

DOPO IL SUCCESSO DI SISTER CRISTINA, ECCO A VOI SISTER IDA

"Guarda Ida, qui ero al concerto di Marilyn Manson, mentre qua ero con le streghe di Salem."
"Zia, ma non hai foto di te in atteggiamenti non satanici?"
"Fammici pensare... No!"


Da questo incontro tra la santa e la peccatrice ne nasce un singolare on the road movie, in cui le due donne cercheranno di far luce sul mistero della morte dei genitori di Ida. Genitori che erano ebrei, mentre la ragazza sta per prendere i voti come monaca di clausura cristiana. BOOM! Conflitto di interessi! E ora come la mettiamo, sorella?
Questa esperienza avrà un impatto molto forte sulla vita delle due donne. Il regista Pawel Pawlikowski sceglie di raccontarci la vicenda puntando tutto sul contrasto tra questi due personaggi agli antipodi e su una splendida fotografia in bianco e nero, facendosi aiutare da pochi ma incisivi dialoghi. Pawlikowski utilizza esclusivamente riprese fisse, se si eccettua l'ultima sequenza, non a caso girata con tremolante macchina da presa a mano. Uno stile del tutto opposto a quello hollywoodiano, che vuole riprese e oggetti costantemente in movimento. Nei grandi blockbuster americani l'immobilità è vista un po' come il silenzio in una trasmissione radio, ovvero come una cosa da evitare a tutti i costi. Ida invece è un film che non ha paura né di stare immobile, né di stare in silenzio, e in questo modo riesce a fare molta più strada e a dire molte più cose di quanto non facciano la gran parte dei filmoni commercialoni a stelle e strisce.

DOPO IL SUCCESSO DI SISTER CRISTINA, ECCO A VOI SISTER IDA

In convento ci si dà alla pazza gioia.


Ida quindi sì, è un film polacco in bianco e nero ambientato negli anni '60, dai ritmi lenti, con pochi dialoghi, molti silenzi e con protagonista una suora. Una noia mortale? No. Assolutamente no. Oddio – mi si passi la parola – non è che sia proprio la visione più spumeggiante dell'intera annata, questo no di certo, eppure il film, forse anche grazie alla sua breve durata, è così pieno di significati e di emozioni sottili da farsi guardare con un notevole coinvolgimento. È una pellicola con una trama semplice, semplicissima, fatta di pochi elementi, usati al meglio. La colonna sonora non è mai invasiva, a tratti è del tutto assente, ma i pochi brani presenti sono parecchio efficaci, e pure sorprendenti: si passa dal jazz di Coltrane a “24mila baci” di Adriano Celentano interpretata da una cantante polacca con impeccabile accento nostrano. Ascoltandola viene da chiedersi se quella straniera è lei, oppure Celentano. Stesso discorso per le parole presenti: poche ma buone.
DOPO IL SUCCESSO DI SISTER CRISTINA, ECCO A VOI SISTER IDA

ATTENZIONE SPOILER Verso la fine della pellicola, Ida va a letto con un uomo. Uuuh, proprio così! Dopo averlo fatto, lui la invita ad andare al mare dove: “Ci sentirai suonare e passeggeremo sulla spiaggia.” E lei gli chiede: “E poi?”. Al ché lui le risponde: “Compreremo un cane... ci sposeremo... avremo dei figli... compreremo una casa.” E lei ancora: “E poi?”. In quell'e poi ci sta tutto il film, ci sta tutta Ida, ci sta tutto un finale nient'affatto scontato, ci stanno tutti i premi che la pellicola ha ricevuto e riceverà ancora. FINE SPOILER
Il pregio maggiore del film sta quindi non nel dare delle risposte, ma nel porre delle domande. La stessa cosa che faccio io con voi: avete il coraggio per vedervi un film polacco in bianco e nero ambientato negli anni '60, dai ritmi lenti, con pochi dialoghi, molti silenzi e con protagonista una suora?+

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :