Dopo l’Unità d’Italia. Il Brigantaggio (interpretazioni anni settanta, p. prima)

Creato il 10 novembre 2011 da Tirsenide

Appunti di storia contemporanea. Interpretazioni del brigantaggio meridionale

La domanda che pone Franco Molfese ne “Il brigantaggio meridionale dopo l’Unità” (Feltrinelli, Milano 1979) è la seguente: come si è passati dal tripudio popolare dell’ingresso garibaldino a Napoli alle rivolte armate antiunitarie in 10 mesi?Perché tale radicalizzazione?

Deve essere analizzato il fenomeno del Brigantaggio e della sua generazione non soltanto riferendosi alle strutture economiche con le correlate disfunzioni, miseria e mancanze di infrastrutture, ma anche tenendo conto delle componenti politiche.

1)
Crollo irreversibile del Regime Borbonico.

2)
Annessione e unificazione gestita da parte della Destra Moderata.

3)
Crisi come congiunzione di 1) e 2).

La lotta antiborbonica è condotta dalla borghesia liberale, ma è immediatamente egemonizzata dai grandi proprietari terrieri annessionisti.
I contadini passano dalla lotta antiborbonica alla lotta sociale (con i relativi tentativi, e a volte riusciti, di occupazione e collettivizzazione delle terre).

Ma è con la repressione di Nino Bixio che possiamo far iniziare le ostilità anti-unitarie.

Operiamo delle distinzioni:

- Sicilia, Calabria, Basilicata, e parte delle Puglie sono presenti vaste aree di rivolte sociali dei contadini.

- Terra del Lavoro, Sannio, Molise, Irpinia ed Abruzzo: i contadini sono legati ai Borboni.

In questo quadro va inserita l’azione politica di Francesco II: fautore di un attacco frontale sul Volturno per riconquistare Napoli e guerriglia sociale contro i liberali insorti in Abruzzo e nelle zone limitrofe.

L’intervento della monarchia Sabauda va inserita in un complesso di motivazioni storiche e “geopolitiche”: questioni internazionali, sintetizzabili nel timore di interventi degli stati assolutistici e nella sconfessione da parte di Napoleone III; questioni interne che possono essere riferite alla preoccupazione per un pericolo sociale rappresentato dalla dittatura di Garibaldi.

Con lo scioglimento dell’Esercito meridionale inizia una fase di ridefinizione dei poteri politico-militari.

Il Regime luogotenenziale di Farini: una politica fatta di discriminazione contro i democratici e tentativi riusciti di riconciliazione con gli oramai ex borbonici (burocrati, ufficiali dell’Esercito e proprietari terrieri).

La situazione: recessione economica, paralisi del regime luogotenenziale (per conflitti interni) e mancanza di aiuti economici alle aree più disagiate.

Una causa ‘indiretta’: la coscrizione militare obbligatoria in Sicilia (durante la fase acuta del brigantaggio): oltre diecimila renitenze alla leva.

FRANCESCO II e PIO IX uniti nella lotta contro lo Stato liberale.

prima parte



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