Veniamo adesso alla ricetta.Per il brodo: (in uguali proporzioni in base alla quantità desiderata) della punta di petto di manzo, un pezzo di osso di ginocchio di manzo, un pezzo di gallina. Odori: sedano, carota e cipolla. Sale grosso qb. Aggiungere qualche chiodo di garofano, noce moscata e alloro. Si copre il tutto con acqua (tutto a freddo) e si lascia sobbollire alcune ore (fino a otto ore per grandi quantità).Per la sfoglia: la regola è di usare 100 g di farina “00″ per ogni uovo. Con un impasto di 3 uova si otterrà la quantità di sfoglia per un chilo di tortellini.Per il ripieno: (dosi per un chilo di tortellini, quindi per riempire la sfoglia ottenuta con l’impasto di tre uova) tritare e amalgamare insieme 100 g di carne di maiale cotto (con un po’ di sale, pepe e vino), 100 g di mortadella, 100 g di prosciutto crudo, 100 g di parmigiano reggiano stagionato grattugiato, un uovo, noce moscata e sale qb.Una volta pronto il brodo ho cotto i tortellini e poi li ho trasferiti in un contenitore monodose di ceramica ed ho coperto con un disco di sfoglia facendola aderire bene ai bordi (la sfoglia l'ho comprata però :-). Ho spennellato la sfoglia con un tuorlo e riaperto appena da un lato la sfoglia soffiando all'interno del recipiente con una cannuccia per far gonfiare la pasta. Una volta richiusa la sfoglia ho infornato a 200° per 10 min.Spero che il risultato vi sia piaciuto!
STORIE NEL PIATTOSebbene i tortellini siano senza dubbio uno dei cibi emiliani più famosi nel mondo, le notizie sulle loro origini rimangono ancora piuttosto vaghe.Non v’è alcun dubbio, però, che la loro origine sia piuttosto antica. Una ricetta dei loro “antenati”, i tortelli, infatti, risale addirittura al XII secolo, mentre per trovare tracce dei tortellini alla bolognese bisogna risalire fino al 1550. Da quel momento in poi, però, il tortellino ha acquisito un posto speciale nella gastronomia bolognese, diventandone il re indiscusso.L’importanza attribuita al tortellino nell’immaginario dei bolognesi e dei modenesi è dimostrata, se mai ce ne fosse bisogno, dal proliferare delle leggende che lo riguardano che sono nate nei secoli.Una delle più famose, è narrata da Cerri nel XIX secolo e racconta di come nel XII secolo Marte, Bacco e Venere scesero sulla terra per intervenire in una guerra tra gli abitanti di Modena e quelli di Bologna. Arrivati nei pressi del luogo della futura battaglia, i tre dei decisero di pernottare in una locanda di Castelfranco, un paesino situato tra le due città.La mattina, sempre secondo la leggenda, Bacco e Marte si svegliarono di buon ora per andare a fare un sopralluogo sul futuro campo di battaglia, e quando Venere si svegliò si convinse di essere stata abbandonata dai suoi compagni. Quindi chiamò immediatamente l’oste per sapere dove fossero andati. Questi giunse di corsa nella stanza e si trovò di fronte la dea dell’amore nuda di fronte a lui. La bellezza del corpo di Venere rimase impresso nella mente nell’oste al punto che, quando tornò in cucina, preparò un nuovo tipo di pasta ispirandosi alla forma del divino ombelico: nacque così il tortellino!
LO SAPEVATE CHE...per tradizione, quando vengono cotti in brodo, si dovrebbero servire 50 tortellini per ogni persona
Galateo- come mangiare il brodoCosì vorrebbe il galateo….“Il brodo e il consommé vengono serviti in tazza o in coppe con i manici.Si degustano con il cucchiaio, attingendo con un movimento che parte dal bordo e va verso il centro, senza riempirlo. Per le ultime cucchiaiate si solleva leggermente la fondina verso l’interno della tavola.Il cucchiaio va avvicinato alla bocca dalla punta e senza soffiarvi sopra. Terminata la consumazione, il cucchiaio si lascia nella fondina.
La minestra si definisce:- zuppa, quando è di pesce o cipolla- consommé, se concentrata e senza pezzi solidi, servita fredda o calda in tazza- minestrina, se in brodo e leggera- minestrone, quando prevalgono le verdure.”
Alla prossima!