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Dopo Samorì, Mario Baccini. Il popolo della destra va, ma mica sa dove.

Creato il 04 dicembre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Dopo Samorì, Mario Baccini. Il popolo della destra va, ma mica sa dove.
Dialogo al limite del surreale. Il giornalista chiede a una signora bionda, truccata, in pelliccia: “Sta arrivando Baccini”. “Chi, il cantante?” risponde la signora. “No Francesco, Mario Baccini – torna a dirle il giornalista – il leader del suo partito”. “Il mio che?” domanda la signora. Altra intervista a un uomo seduto in platea, con tanto di gomma da masticare a mascelle piene. “Lei si riconosce nella proposta di questo partito?” “Certo, è il mio partito”, risponde il tizio. “Ma lei crede – domanda ancora il giornalista – che il nome del partito corrisponda ai valori che cerca di proporre?” “Perché – ribatte l'uomo – come si chiama il mio partito?” Tutto questo, ampiamente documentato, è accaduto domenica scorsa a Milano, Palazzo delle Stelline, dove l'ex ministro, Mario Baccini, ha tenuto a battesimo il suo partito nuovo di zecca. Sui tavoli, accanto ai cartelli con il suo nome, spiccava quello di Roberto Formigoni, e infatti il partito si chiama Cristiano-Popolari, un binomio che richiama, senza neppure un grande sforzo di creatività subliminale, la vecchia Democrazia Cristiana, ormai imitata più della Settimana Enigmistica. Ancora un'intervista: “Ma lei perché è qui?” Risposta: “Mio suocero conosce una persona qui, gli ha promesso che venivamo in gruppo per lui”. Giustificazione del coordinatore del partito, Giuseppe Galati: “Siamo una proposta politica nuova. Ci siamo rivolti ad amici che a loro volta hanno chiamato altri amici”. Domanda: “Ma lei perché ha deciso di aderire ai Cristiano-Popolari?” “Cristiano che? Ma io sono ateo”. Ancora. “Non le sembra che un'altra formazione politica in un centrodestra ridotto ai minimi termini, sia un assurdo?” “Centrodestra? Perché questi sono di centrodestra?”. Stessa domanda, ma risposta completamente diversa: “Come centrodestra? A me avevano detto che erano di centrosinistra”. Scilipoti ha fatto scuola. Da quando ha dato 50 euro a testa a un gruppo di disperati extracomunitari, assoldati ai semafori, per alzare il famoso cartello “Scilipoti Libertà”, i leaderucci del centrodestra acquistano a poco le comparse per i loro movimenti inesistenti. E dire che alla convention dei Cristiano-Popolari di Baccini avrebbe dovuto partecipare nientepopodimenoché, Silvio Berlusconi il quale, saputo di che pasta era fatta la platea, ha preferito non farsi vivo, neppure telefonicamente. Il ridicolo si è impadronito di quella che è stata per 20 lunghissimi, interminabili anni, la classe politica dominante di questo paese. Claudio Scajola, un altro dei combattenti e reduci del Pdl, a sua insaputa, durante una vivacissima riunione del coordinamento regionale del suo partito, ha detto ai dirigento che lo contestavano: “Io sono stato a capo dei servizi segreti. Di voi conosco vita, morte, miracoli, troie, ruffiane e piglianculo. Se mi fate incazzare vi sputtano”. A spanne, Bersani non dovrebbe avere problemi a surclassare questo popolo di mentecatti, pallonari, contaballe e arroganti quacquaracquà. Ma si sa, quando sembra che la vittoria sia inevitabile, la sinistra ci mette del suo e torna mogia mogia, quatta quatta, all'opposizione. “Io e Renzi faremo uno squadrone”, ha detto Piergigi tra i fumi delle birre spillate di sua mano. Meno male che ha detto proprio “squadrone” e non “armata”. Altrimenti ci sarebbe da toccarsi ancora una volta le palle.

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