Guardando Dopo Srebrenica di Andrea Rossini per Osservatorio Balcani Caucaso (2005), ho ripensato ad Auschwitz, soprattutto quando ad un sopravvissuto gli si chiedeva se si sentisse fortunato. La risposta declina verso il “no”, un po’ come fece Primo Levi a chi gli aveva posto la stessa domanda. Ma ho ripensato anche al Cile post Pinochet, un Paese in cui tu, vittima, potevi incontrare tutti i giorni per strada il tuo torturatore.
Srebrenica è la strage nel cuore dell’Europa, dopo reiterati “mai più”, finiti nel dimenticatoio. Allora, oggi (ma non solo oggi), ognuno di noi ha il dovere di ricordare cosa sia accaduto e quanto sia difficile la vita in questi luoghi martoriati da ferite, al momento, insanabili.