Didier Faustino ha partecipato ai Designer’s Days di Parigi con l’installazione di “Interzone” nelle vetrine della Gallerie Lafayette presentando Doppelgänger, un pezzo di design prodotto per l’occasione.
Una maschera bianca divisa in due: le sue parti congiunte si fondono e creano una sorta di protesi per un bacio a specchio. I due involucri, che ruotano su se stessi e che compongono questa insolita maschera, obbligano chi la indossa a mantenere una posizione costretta, definendo i limiti minimi di un confine immateriale che diventa reale.
Doppelgänger sembra esser stato disegnato per dividere due persone, tuttavia si rivela un collegamento, un incontro tra due bocche che si uniscono attraverso un tracciato perfettamente delimitato, attraverso un orifizio proporzionato.
Come una maschera igienista mantiene un equilibrio tra le due parti, una protesi che controlla l’atto del bacio. Forza il tête-à-tête tra i due partner, per farli scivolare nel loro mondo interiore, con il rischio di incontrare i loro alter ego e perdersi all’interno di esso. Nella mitologia, infatti, con il termine Doppelgänger si indica la copia o il sosia non vivente o maligno di una persona, o più comunemente viene usata per descrivere un fenomeno nel quale si vede la propria immagine con la coda dell’occhio.