Molte statistiche affermano che, dopo il primo scritto, il sessanta percento delle persone si ferma. Più che altro questa è una caratteristica che coinvolge gli 'autori' esercitanti nei circoli indipendenti dell'editoria, non i grandi nomi che passano alla storia o che lavorano per le case editrici di rilievo - lì le statistiche sono altre - e così sento che in minima parte la cosa mi riguarda. Anche perché io non ho mai pensato di fermarmi a un solo scritto, non ho mai avuto la storia della vita che non vedevo l'ora di condividere con il mondo. L'idea di fermarmi a una sola cosa e di rimanere inattivo mi ha sempre spaventato.
Certo, c'è una storia che ancora non mi sento di scrivere perché non credo di avere ancora la maturità giusta, così come c'è anche quella che conservo per un momento particolare della mia vita. Ma credo sia proprio questo il punto: sento di avere nella testa molte altre cose che mi frullano e, soprattutto, pochissima voglia di fermarmi. Pochissima voglia di dire basta nonostante non sempre riesco a far coincidere scrittura e lavoro (quando c'è), nonostante correggere le bozze mi porti via un sacco di tempo e nonostante con questa passione non ci farò mai i soldi.
E credo che il fatto che io persista in tutto questo, senza farmi irretire dall'esperienza dei talent o di tutte le varie scorciatoie che la moderna società ci propina, sia la prova che è quello che voglio realmente fare.
E' così che a questo giro ho voluto provare a trattare del tema della scrittura e dell'essere (o nel mio caso, di cercare di esserlo, perché ancora non me la sento di definirmi tale) autori, Del rapporto che ci lega alle nostre storie e a come queste si riflettano sulla nostra vita.E' la storia di Paride Vasari, uno scorbutico giovane scrittore reduce da un grande successo editoriale. Un personaggio davvero poco accattivante. Un vero stronzo, a dirla tutta, cosa che ha sempre complicato la sua vita in maniera tragicomica. Il momento del riscatto per lui è arrivato con la pubblicazione del suo primo romanzo, bestsellers internazionale da milioni di copie, che gli ha permesso di trovare una parvenza di serenità e l'amore di Cinzia. Ma è una cosa che dura molto poco, perché la donna lo tradisce con Massimo, l'unico amico che per via del suo non semplicissimo carattere ha mai avuto. La cosa peggiore ulteriormente il già non semplicissimo carattere dello scrittore, che cade in una profonda depressione e crisi d'idee. Crisi che va a coincidere con l'uscita del suo secondo romanzo, flop annunciato e che rischia di minare il suo futuro editoriale per sempre. L'idea sarebbe ritornare su quelle che erano le sue vecchie corde, ma il proverbiale blocco dello scrittore lo frega continuamente, rendendo così la sua presenza nel mondo sempre più inutile e autodistruttiva. Una parvenza di rinascita la fornirà il caso, giocando con la sua vita e con quella delle persone che gli stanno in torno in una maniera che sfocia nel sovrannaturale...
In parte horror, in parte romanzo introspettivo e in parte anche commedia. Ma soprattutto, una storia d'amore, forse il tema più abusato di sempre e del quale ho voluto provare a dare una mia piccolissima versione.
Scriverlo mi ha molto divertito, mi ha permesso di giocare coi dialoghi e di provare a spingermi in territori che prima non conoscevo. E dopo le 'avventure di gruppo' degli Uomini invisibili, concentrarmi su di un unico personaggio è stato insolito e quasi esilarante.
Con la speranza che possa dare altrettanta gioia a chi lo legge.