DOSSIER: Come il crimine organizzato divora l’Europa

Creato il 12 agosto 2011 da Eastjournal @EaSTJournal

Il crimine organizzato è un fenomeno transnazionale e aculturale. Pensare che si concentri in aree definite, magari arretrate, e che sia dovuto a specifiche attitudini mentali e sociali non riproducibili al di fuori del contesto di origine è, semplicemente, una scempiaggine. Le mafie vanno dove c’è business, mutano a seconda del contesto, si adattano rapidamente. Nel contesto jugoslavo hanno saputo creare joint criminal enterprise con le élites politiche impegnate nello sforzo bellico. Nelle aree post-sovietiche hanno agito in collusione con i poteri di transizione, in Ucraina come in Bulgaria. Veri e propri stati-mafia sono sorti dalle ceneri del vecchio Novecento europeo: Kosovo e Montenegro in testa. Buchi neri che fanno molto comodo agli stati occidentali.

Russia

I “vory v zakone”, una questione d’onore -(di Eleonora Ambrosi)

Montenegro

Amaro Montenegro: tra mafia, cocaina e affari e sporchi -(di Matteo Zola)

Berlusconi e le privatizzazioni allegre di Djukanovic -(di Matteo Zola)

Torbido Adriatico, l’elettrodotto che sa di mafia -(di Matteo Zola)

Serbia

La mafia delle curve. I rapporti pericolosi tra hooligans, crimine organizzato e ultranazionalismo serbo -(di Matteo Zola)

Gli affari (sporchi) del signor Darko Saric -(di Matteo Zola)

Bulgaria

Mafia atomica. Cosa c’è dietro la costruzione della nuova centrale nucleare di Belene -(di Matteo Zola)

Lo strano caso di Alexey Petrov, il mafioso lottatore -(di Matteo Zola)

Sofia e la lobby mafiosa -(di Myrianne Coen)

Ucraina

Una rampante holding mafiosa -(di Matteo Tacconi)

Tagikistan

Tagikistan, la nuova via della droga -(di Massimiliano Ferraro)

Kosovo

Uno stato mafioso nel cuore d’Europa -(di Matteo Zola)

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