Dottrina dello stato

Creato il 18 giugno 2010 da Renzomazzetti
Vanda, Brunetta, Sabatino.

Da noi lo stato è troppo poco propagandato. Dovrebbero esistere annunciatori dello stato, predicatori del patriottismo. Ora la maggior parte dei cittadini ha con esso rapporti assai volgari, molto vicini all’ostilità. Lo stato è, come l’individuo, una persona. Ciò che l’uomo è a sé stesso, lo stato è per gli uomini. Gli stati rimarranno diversi fintanto che gli uomini saranno diversi. Lo stato, come l’uomo, è essenzialmente sempre lo stesso. L’uomo ha cercato di fare dello stato il guanciale dell’inerzia, mentre invece lo stato dovrebbe essere esattamente il contrario: esso è un’armatura dell’attività tesa; il suo scopo è di rendere l’uomo assolutamente potente, non già assolutamente debole, di farne l’essere più attivo, non l’essere più inerte. Lo stato non dispensa l’uomo da nessuna fatica; anzi aumenta fino all’infinito le sue fatiche; certo non senza aumentare all’infinito la propria forza. La strada verso il riposo passa soltanto attraverso il tempio (il territorio) dell’attività universa. Il cittadino perfetto vive interamente nello stato, non ha alcuna proprietà all’infuori dello stato. Il diritto delle genti è il primo passo verso la legislazione universale, verso lo stato universale. Quali sono le esigenze di uno stato razionale? Scienza dello stato, conoscenza dello stato, arte dello stato. (Nella scienza tutto deve essere fondato in sé e mediante sé e tutto dev’essere coerente. Nella conoscenza troviamo soltanto alcune caratteristiche di un intero, senza coerenza interiore. Il metodo e la scienza applicata costituiscono l’arte). Lo stato e la chiesa vivono e cadono insieme. I filosofi o pensatori sistematici sono necessariamente monarchici e religiosi. Costituzioni statali, popolari e erudite – storiche e filosofiche. La costituzione perfetta – determinazione del campo statale, dell’anima statale, dello spirito statale, rende superflue tutte le leggi espresse. Quando i membri siano esattamente determinati, le leggi vengono da sé. Fintanto che i membri non sono ancora membri perfetti, fintanto che non sono esattamente determinati, ci devono essere le leggi. Con la vera civiltà il numero delle leggi diminuisce. Le leggi sono il complemento di nature e esseri difettosi, sono quandi sintetiche. Quando determineremo più precisamente l’essenza di uno spirito, non avremo più bisogno di leggi spirituali. Della legge morale. Insieme con la perfetta conoscenza di sé e del mondo, con la completa determinazione di sé e del mondo, la legge morale scompare, e la descrizione dell’essere morale sta al posto della legge morale. Le leggi sono i dati coi quali compongo le descrizioni. Malattie di stato, innocenza di stato, spirito di stato, abilità di stato, vita di stato, fisiologia di stato, commercio di stato, comunità e baratto reciproco di tutti i membri; situazione dello stato, territorio dello stato. In molti luoghi non si dovrebbe neanche impiantare uno stato. -Federico von Hardenberg, Frammenti, Rizzoli, 1991.

CONTRO LA CORRUZIONE DELLA VITA PUBBLICA

Adesso dalla mattina alla sera, nei giorni festivi e in quelli feriali,

sempre e ugualmente il popolo e i senatori

si affollano tutti nel foro, non se allontanano mai,

si dedicano tutti alla stessa passione e alla stessa arte,

quella di ingannare con l’astuzia, di combattere con la frode,

di gareggiare con le lusinghe, di fingersi galantuomini,

di tendere insidie come se tutti fossero in guerra con tutti.

-LUCILLO-

DALLE CONTRADDIZIONI

IL FRUTTO

DI NUOVE VERITA’.

-Renzo Mazzetti-