Sulla piattaforma vengono accesi i motori del razzo, sulla cui testata è collocata la Vostok 1; si tratta di una piccola capsula spaziale, al cui interno può trovare alloggiamento una sola persona.
Stamattina, in quella claustrofobica e scomoda sfera metallica, è seduto un ufficiale dell’aeronautica sovietica. È stato selezionato per quella missione dopo durissimi addestramenti, ma nonostante tutto, nessuno ancora sa con certezza a cosa andrà incontro. Nemmeno lui.
Esattamente cinquant’anni fa la fantascienza diventava storia: Yuri Gagarin lasciava la Terra e compiva la sua memorabile orbita attorno al pianeta, il primo uomo ad andare nello spazio, il primo astronauta. O meglio, per dirla alla maniera russa, il primo cosmonauta.
Il suo volo durò poco più di un’ora, ma fu sufficiente a garantirgli per sempre un posto nella storia.
Tradizionalmente, l’era spaziale viene fatta iniziare nel 1957, anno del lancio dello Sputnik; ma l’astronautica vera e propria iniziò la mattina di quel giorno di primavera del ’61, in quell’epoca terribile ma anche piena di vitalità, di sogni e di speranze; tutte cose che oggi pare ci abbiano in qualche modo portato via, rubato, anche se erano nostre di diritto.
Ed proprio come un (super)eroe che Gagarin è rappresentato nel monumento sulla piazza a lui intitolata a Mosca, eretto nel 1980. Luccicante, futuristico, lanciato verso il cielo, ormai è diventato un simbolo, sembra quasi Superman; nella classifica degli Eroi dello Spazio, stilata in base ad un sondaggio della Space Foundation, occupa il sesto posto, a parimerito con James T. Kirk, il Capitano dell’Enterprise di Star Trek.
Ma a differenza di questi personaggi fittizi, lui la sua grande impresa l’ha fatta davvero; e nel giorno del cinquantesimo anniversario della sua missione, anche l’Astronomy Picture of the Day della NASA è dedicata a questa storica ricorrenza.
Ma oggi è il 12 Aprile del 1961, e tutto questo Yuri non lo sa, non può saperlo. E comunque in questo momento non gli interessa. Ora si sta alzando al di sopra delle nuvole, e ancora più in alto, fino in cima al cielo, e poi ancora più in su. Nessuno è mai stato così vicino al Sole come lui, nemmeno Icaro. Nessuno prima di lui ha mai visto quella Biglia Blu in tutto il suo splendore, nessuno ha mai ammirato dall’alto le luci sull’emisfero immerso nella notte.
Nessuno è mai stato lassù.
Lassù è pieno di stelle, e a lui pare quasi di poterle toccare.
Lassù, dove nessuno è mai giunto prima.
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