C'è un po' di imbarazzo a farsi sentire dopo tanti mesi di silenzio.
Quante amicizie anche promettenti avete lasciato svanire pian piano per non aver scritto un sms subito dopo l'ultima serata insieme? Ecco una settimana, poi un mese e magari due, e ci si ritrova a pensare che è passato troppo tempo per mandare un'email o fare una telefonata senza avere una giustificazione valida per tutto il tempo dall'ultimo " Ci sentiamo presto!".
Mi è successo, ahimé, in diverse occasioni, anche con il blog. Ma a quasi 365 giorni dal mio ultimo vero "whatsapp" su queste pagine, ho deciso che non voglio perdere di vista questo sito: porta il mio nome, non vorrei perdere di vista neanche me stessa.
Dopotutto presidio la "blogosfera" dal 2003 (e il termine vintage che ho usato mi è testimone), e scrivere qui, per me e per chi avrà voglia di leggermi, è sempre stato un piccolo vizio davvero piacevole.
Ma dove sono stata?
Sono stata sempre qui, al computer. A lavorare, lavorare, lavorare. Non ricordo di aver fatto altro negli ultimi dodici mesi. Un lavoro "matto e disperatissimo" che è stato in realtà costruire le (mi auguro solide) fondamenta per la mia vita da ora in avanti*.
Più ho faticato, più ho capito che la qualità di quello che si produce dipende dalla qualità di vita che si vive. Un'ora di lavoro sarà tanto più produttiva ed efficace tanto più saranno state piacevoli, interessanti, stimolanti e rilassanti l'ora prima o l'ora.
La ricetta più antica: circondarsi di cose belle e persone belle è l'unico modo per produrre cose belle.
* Se ne volete sapere di più, c'è un bannerino in alto a destraQuesto articolo è stato letto 463 volte