In Italia di questi gioiellini in costume britannici arriva sempre troppo poco, sembra che la nostra televisione punti su fiction italiane o di altro genere e invece questa volta, come già era successo tempo fa per la miniserie Jane Eyre, una Tv solitamente snobbata da critica ( e pubblico) come Rete4 si è dimostrata molto più lungimirante ( o più elegante?) di altre reti più importanti ad acquistare quella che in Inghilterra è stata la serie evento del 2011 : DOWNTON ABBEY . Iniziata nel settembre del 2010, la serie ha avuto una straordinaria media di ascolto di oltre dieci milioni di spetattori a puntata ed è il dramma storico più visto dai tempi di Brideshead Revisited . In Inghilterra ad oggi sono stati trasmessi 16 episodi da 45 minuti circa ciascuno e, visto il successo, altri sono in lavorazione per essere trasmessi il prossimo anno.
L'episodio pilota in italiano è partito domenica 11 dicembre. Per ora Rete 4 ne ha acquistati solo quattro episodi, ma speriamo che possano poi arrivare anche tutti gli altri. Senz'altro andrò in cerca dei DVD in lingua originale, perchè in una serie come questa, dove la diversità fra le classi sociali è una tematica al centro della trama, i dialoghi,in particolare proprio il modo di parlare dei personaggi ( molto diverso a seconda che questi appartengano alla nobiltà o alla working class britanniche o ancora all'alta borghesia americana) sono un elemento importantissimo. Questo è un tratto marcatamente Bristish che in italiano non può essere essere purtroppo reso a dovere ( nonostante la bravura dei nostri doppiatori) e io invece me lo voglio godere tutto!
Egle Santolini, su LA STAMPA, ha scritto questo articolo molto spiritoso per presentare la serie:
"Downton Abbey", ironica e snob arriva la serie tv più British del tè
Scritta dal premio Oscar Julian Fellowes ha vinto sei Emmy
Cose che s’imparano dall’episodio pilota di Downton Abbey. Primo, nelle dimore nobiliari inglesi i domestici stirano i giornali per asciugare l’inchiostro ed evitare che Sua Grazia si sporchi le dita. Secondo, i sali di acetosella servono per lucidare i tegami, ma sono altamente tossici e molto simili all’albume di uovo sodo tritato: attenzione agli scambi in cucina. Terzo, mai parlare di soldi a tavola. E se si è a cena al castello nel 1912, ricordarsi di spiegare all’anziana nobildonna che cosa vuol dire «weekend».
Basterebbe per affezionarsi a questa serie tv, seguita in patria da una decina di milioni di persone, premiata a Hollywood con sei Emmy e definita dal Guardian «un piacere della domenica sera». Che si può sperimentare anche in Italia da oggi, serata in cui Retequattro mette in onda il primo dei quattro episodi che ha acquistato. Un antipasto, visto che in Gran Bretagna gli episodi trasmessi sono già 15, in attesa dello speciale natalizio che andrà il giorno di Santo Stefano e della terza serie prevista per l’anno prossimo. Ascolti altissimi, con quasi il 35 per cento di share e dieci milioni di affezionati.
Il deus ex machina di Downton Abbey è Julian Fellowes che l’ha ideato, scritto e
Julian Fellowes
prodotto, cioè il gentiluomo very British, nome completo Julian Alexander Kitchener-Fellowes barone Fellowes di West Stafford, che nel 2002 ha vinto un Oscar per la sceneggiatura di Gosford Park, che ha raccontato miserie e nevrosi dell’aristocrazia nel romanzo Snob e che ahimè ha preso pure uno scivolone con lo script di The Tourist. Come in Gosford Park di Altman, la vera protagonista della storia è una casa avita e i rapporti sociali che vi si giocano.
Quando la storia comincia il Titanic è appena affondato: la notizia che viene data con cautela a Sua Grazia Robert, conte di Grantham (l’attore è Hugh Bonneville), cambierà la vita di tutti perché nel disastro sono morti il cugino e un nipote del conte, eredi designati di titolo, soldi e proprietà. Robert e sua moglie Cora (Elizabeth McGovern, la Deborah di C’era una volta in America),americana di Cincinnati che a suo tempo ha rimpinguato le casse della famiglia, hanno avuto tre figlie femmine che per legge non erediteranno.
Tutto andrà a un terzo cugino borghese, avvocato di Manchester, che secondo una delle tre ragazze «non sa usare appropriatamente il coltello» e soprattutto (orrore!) intende continuare a lavorare.
Ma alcuni degli avvenimenti più significativi si svolgono «downstairs», tra i domestici, più classisti dei padroni, elettrizzati quando arriva un duca a cena esupremamente offesi se qualcuno, «upstairs», vuole servirsi il tè da solo. Battuta chiave di uno di loro, davanti a una preziosa collezione di tabacchiere: «Viviamo in mezzo a tutto questo, un tesoro dei pirati a portata di mano. Eppure niente è nostro». Tra cucina e guardaroba, non piace a nessuno il nuovo valletto, Bates, perché è claudicante e taciturno. Va ancora peggio quando si scopre che è stato attendente di Sua Grazia durante la guerra ai Boeri e che la zoppìa deriva da una scheggia di shrapnel. Si temono spiate, ma soprattutto un’impossibile mésaillance fra servo e padrone.
Svelare altro della trama rovinerebbe troppe sorprese. Accontentatevi di sapere che nel cast c’è Maggie Smith, nella parte della madre del conte, quella che ignora il significato della parola weekend e si intrappola in una sedia girevole da ufficio, per lei oggetto misteriosissimo. La residenza trasformata per esigenze di scena in Downton Abbey è Highclere Castle nel Berkshire, dimora dei Carnarvon dal 1673, in stile giacobita e con un parco disegnato da Capability Brown. «Avevo chiesto ad Altman di usarla come location per Gosford Park» - spiega Fellowes -. Ma lui, dopo le riprese, voleva tornare a dormire nel suo letto tutte le sere».
Chi di voi ha ancora impresso nella memoria il delizioso sceneggiato Upstairs, Downstairs, serie fortunatissima della BBC degli anni Settanta in cui si narravano parallelalemente le vicende di una ricca familia patrizia e della sua servitù ( due mondi a confronto), ritroverà molti aspetti di quelle storie in Downton Abbey, il cui successo si basa soprattutto sulla sua capacità di distillare nelle sue immagini e nei suoi dialoghi lo spirito di una nazione e di un'epoca: L'Inghilterra edoardiana negli anni immediatamente precedenti al primo conflitto mondiale. Si tratta di un prodotto elegante che , come nella classica tradizione degli sceneggiati inglesi ( questo è stato prodotto dalla Carnival films per la rete ITV1), è molto curato in ogni particolare, e che può vantare un cast di grandi dimensioni fra cui spicca la decana Maggie Smith. L'epoca descritta in questa serie è poco trattata dagli historical romance che solitamente leggiamo, eppure è ricca ed affascinantissima dal punto di vista storico.Ecco una ragione in più per appassionarsi a questa serie!
Le vicende narrate in Downton Abbey sono tante e si susseguono velocemente. La scena si apre nell'aprile del 1912 e a fine prima puntata siamo già agli albori della Prima Guerra Mondiale (1914). Il sito Serialmente ha fatto un'utilissimo compendio delle figure più importanti che animano i corridoi, i salotti e le stanze di Downton Abbey:
UPSTAIRS ( i nobili ): Robert Crawley, prototipo del gentiluomo inglese post-vittoriano, ancorato ai privilegi di classe ma non per questo sordo alle rivendicazioni degli strati più bassi del tessuto sociale, ha avuto dalla moglie Cora, un’americana scelta per le nozze anche e soprattutto a causa del nutrito patrimonio, tre figlie. La prima, lady Mary, è una giovane donna che, pur muovendosi all’interno del solco tracciato da una rigida istruzione aristocratica, non ha paura di pensare con la propria testa e di fare delle scelte anticonvenzionali, anche a discapito della propria reputazione. La seconda, Edith, è una ragazzina sgradevole, invidiosa della sorella maggiore e più interessata ad una possibile scalata sociale che ai rapporti familiari. L’ultima, Sybil, è forse uno dei personaggi più intriganti: fieramente indipendente, avversa all’elitismo nobiliare, la giovane coltiva simpatie socialiste e, negli ultimi episodi, si spinge così lontano nella sua ricerca personale di giustizia sociale da mettere a rischio la propria incolumità durante un comizio Liberale. Completa il quadro famigliare l’immensa Maggie Smith nei panni Violet Crowley, Dowager Countess di Grantham, una donna rimasta ferma al secolo precedente ma dotata di un sarcasmo
Matthew Crowley interpretato da Dan Stevens
sferzante che, nonostante le posizioni arcaiche, rende ogni sua comparsa un autentico piacere. E poi abbiamo il nuovo erede di Downton Abbey, Matthew Crawley, un giovane avvocato di provincia che si rifiuta di sacrificare la propria modernità sull’altare delle convenzioni aristocratiche, e sua madre, Mrs. Isobel, che instaura da subito un salace rapporto conflittuale con la Dowager Countess. Le dinamiche famigliari dei piani alti disegnano con raffinatezza la delicata complessità di un’epoca di mutamento in cui i privilegi aristocratici – e lo stile di vita che ne consegue – appaiono appesi ad un filo. La spada di Damocle della guerra, da sempre grande livellatore sociale, pende sulle teste dei Crawley e non tutti sembrano avere le carte in regola per adattarsi al mondo nuovo.
DOWNSTAIRS ( i servitori) : Ecco Charles Carson, il maggiordomo dal passato misterioso che stempera la durezza del suo ufficio con una buona dose di gioviale umorismo e Mrs. Elsie Hughes, la governante malinconica la cui storia di rinuncia alla felicità personale in favore del servizio ricorda da vicino quella di Mr. Stevens, il maggiordomo interpretato da Anthony Hopkins in Quel che resta del giorno (se non l’avete visto, correte!), benché con un tono meno elegiaco e più lieve. Ecco John Bates, valletto personale e vecchio commilitone di Lord Grantham, il cui arrivo a Downton Abbey ingenera una serie di ripicche e gelosie da parte di chi aspirava a quella carica da anni e non riesce ad accettare che sia andata ad uno zoppo. Ecco Anna Smith, la prima cameriera, donna semplice e di buoni costumi, che si prende subito a cuore la sorte di Bates, ed ecco la sua compagna di stanza, la giovane Gwen, che sogna una vita da segretaria lontana da Downton Abbey. Ecco, soprattutto, due delle figure più l’interessanti dell’intera serie: l’acida, crudele e rancorosa Miss O’Brien, cameriera personale di Lady Cora, che si immagina signora incontrastata dei piani bassi e non si ferma davanti a nulla pur di rafforzare il suo dominio, e Thomas, l’ambizioso primo cameriere, che nasconde la propria omosessualità (all’epoca, la pena in Gran Bretagna, come sa bene Oscar Wilde, erano la galera e i lavori forzati) ma non si fa problemi a ricattare un giovane lord suo amante se questo può portargli dei benefici, salvo poi rimanere genuinamente ferito quando il lord lo abbandona. La cosa davvero interessante è che, se possibile, la servitù di Downton Abbey sembra ancorata a codici antichi di comportamento più dei “padroni.” La resistenza al cambiamento opposta da questi personaggi è feroce e, forse, a buona ragione: come le famiglie che servono, essi sono una reliquia di un tempo passato, che le nubi di guerra e rivoluzione affastellate all’orizzonte minacciano di spazzare via in un colpo solo. Per questo, lo scoppio della Grande Guerra coglie i servitori, se possibili, ancora più impreparati dei nobili, con la sola possibile eccezione di Thomas, che, con intelligenza non comune, si dimostra pronto a cavalcare l’onda del mutamento sociale.
All'interno di questo corale spiegamento di personaggi, storie e problematiche storico-sociali in Downton Abbey non manchano naturalmente le storie d'amore, le tresche e i vari intrecci sentimentali...qualcuno in Inghilterra l'ha definita una 'soap opera in epoca Edoardiana', facendo evidentemente torto alla cura con cui è stata fatta la serie ma sottolineandone l'aspetto 'popolare', da grande pubblico. Se pensiamo all'impressionante numero di spettatori che è riuscita a tenere incollati allo schermo capiamo che questa serie, al di là della raffinatezza del suo insieme, deve essere un prodotto indirizzato ad un vasto pubblico e che un vasto pubblico può apprezzare. Insomma, se ancora non l'avete visto...non lasciatevelo scappare!
- Per il cast della serie ed altre notizie leggi qui su WIKI.
IL SECONDO EPISODIO DI DOWNTON ABBEY VERRA' TRASMESSO SU RETE 4 DOMENICA 18 DICEMBRE ALLE 21.30
HAI VISTO LA PRIMA PUNTATA DI DOWNTON ABBEY? COSA NE PENSI? TI PIACCIONO QUESTO TIPO DI STORIE CORALI CHE RIESCONO A DIPINGERE NON SOLO UN AMBIENTE SOCIALE MA UN INTERA SOCIETA'? LE VORRESTI RITROVARE NEI ROMANZI CHE LEGGI?