Dracula (2013)
Nella Londra vittoriana, un ricco americano, Alexander Grayson (interpretato dal sempre sexy Jonathan Rhys Meyers), arriva nel vecchio continente con una rivoluzionaria invenzione: l’energia geomagnetica.
Dietro questo nuovo personaggio emblematico, indovinate chi si nasconde? Chi se non Dracula, che, sotto mentite spoglie, intende distruggere un antico ordine di burocrati bigotti, conosciuti con il nome de “L’ordine del Drago”, che ha ucciso la sua famiglia e l’ha reso ciò che è?
Titolo: Dracula
Ideatore: Cole Haddon, Daniel Knauf
Genere: Horror, Thriller, Fantasy, Mistero, Romantico, Drammatico.
Stagioni: 1
Puntate per stagione: 10
Durata singola puntata: 45 minuti
Telefilm: In Corso
Paese: America, Regno Unito-
Rete americata: NBC
Rete Italiana: Mya
Lingua Originale: Inglese
Poiché si tratta di una serie ancora in onda, non posso fare troppi spoiler; ma, per chi volesse approcciare a questo progetto, è necessario partire dal presupposto che non è, come è stato pubblicizzato, “ispirato al libro di Bram Stoker, più fedele di tutte le altre versioni”.
Io ho letto il libro e, a parte i nomi, non capisco proprio questa “ispirazione” da dove venga
Ovviamente, cosa manca se non l’intrattenimento amoroso? È Mina Murray, interpretata da una giovane Jessica De Gouw, che deve sopperire a questo aspetto della vita di Alexander Grayson, il cui interesse per lei scaturisce dall’incredibile somiglianza della ragazza con la sua defunta moglie
Ma direi che la cosa che più mi fa storcere il naso per una storia che tutto sommato si è tentato di rispolverare, rendendola più originale, è come è stato ridotto il protagonista: a Jonathan Rhys Meyers, attore di prim’ordine e di prestanza affatto disdegnosa, viene messo il panciotto e il pizzetto, che lo rendono alquanto buffo. Peccato che dovrebbe essere una creatura che incute paura e seduzione. Lui ce la mette tutta per dare uno spessore emotivo al personaggio, ma storyboard e regia non aiutano affatto.
Quindi, tra sette segrete, cacciatori di vampiri, pseudo scienza, tematiche lesbiche e struggimenti d’amore mal gestiti, la storia sembra procedere a tentoni, sguazzando in un polpettone di nomi e collegamenti simil-logici e di scene di sesso poco convincenti, sfruttate solo per il concetto di “bello e dannato”.
Spero che la serie si riprenda, ma per il momento è da guardare solo per farsi una grassa risata sui baffetti del protagonista. E sul panciotto, non scordiamo il panciotto (va bene, è storicamente giusto, ma… Jonathan con il panciotto?!).
Macci Mellow