Dal Libro al Film
Dracula VS Dracula
TRAMA DEL FILM (da Wikipedia):
Anno 1462, Costantinopoli era caduta. I musulmani turchi dilagavano in Europa, minacciando tutto il mondo cristiano. Dalla Transilvania si levò a difesa della chiesa un cavaliere rumeno del sacro ordine del Dragone, Vlad III l’Impalatore conosciuto anche come Draculia. Quando ritornò a casa, scoprì che Elisabeta, principessa romena nonché sua moglie, era morta suicida quando ricevette, dai turchi sconfitti, la falsa notizia della morte dell’amato marito. Alle parole del prete, che sentenziò la dannazione di Elisabeta in quanto suicida, rinnegò Dio e la chiesa, che aveva difeso, e diventò un vampiro.
1897, l’avvocato Jonathan Harker è incaricato dalla sua ditta di concludere un affare riguardante l’acquisto di case in diversi punti di Londra per conto di un eccentrico conte della Transilvania, Dracula. Questi, osservando un’immagine della fidanzata di Harker, Mina Murray, riconosce in lei la reincarnazione di sua moglie e chiede a Jonathan di scriverle dicendole che si sarebbe trattenuto per un mese. Il conte in quel momento abbandona il castello lasciandovi prigioniero Harker (che viene quasi ucciso dalle donne vampiro assetate di sangue che vivono nel castello) e parte per Londra a bordo di una nave. Con l’arrivo della nave, Dracula aumenta la sua influenza su Mina, riuscendo a sedurla. Nel frattempo la migliore amica di Mina, l’aristocratica Lucy Westenra (prossima al matrimonio con Lord Arthur Holmwood) viene ripetutamente morsa al collo dal conte, che bevendone il sangue garantisce il suo ringiovanimento. Lucy si affida alle cure del dott. Jack Seward, ex spasimante di Lucy, che chiama in suo aiuto Abraham Van Helsing, docente universitario olandese che conosce la natura del vampirismo e che utilizza diversi meccanismi per cercare di neutralizzare il morbo. Il dott. Seward è anche il direttore del manicomio di Carfax Abbey, dove è ricoverato Renfield, impiegato della stessa ditta per cui lavora Harker (infatti Jonathan ne prese il posto dopo il sopraggiungere della sua pazzia), afflitto da una brama sanguinaria dopo un precedente viaggio in Transilvania. Riuscito a fuggire dal castello nei Carpazi, Harker si rifugia in un convento, le cui monache informano Mina dell’accaduto.
Nonostante la sua infatuazione per il conte Vlad, Mina raggiunge Jonathan e lo sposa. Dopo la partenza di Mina, Dracula uccide Lucy trasformandola in vampiro. Van Helsing e gli amanti di Lucy, Seward, lord Arthur e il texano Quincey P. Morris, penetrano nella tomba della ragazza e pongono fine alla sua maledizione, “uccidendo” il vampiro che è diventata. Dracula verrà infine ucciso insieme ad alcuni degli zingari che lo servivano alle porte del suo castello. Quincey Morris e Jonathan con i loro coltellacci tagliano la gola al conte, ma il colpo di grazia glielo infliggerà Mina, che lo salva dalla sua condanna di essere per sempre un non morto, infilzandolo con una spada nel cuore e infine decapitandolo .
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Tra il film e il romanzo: il Mito.
Dracula, un nome, un mito, un oggetto di pensiero e fantasia che affolla da anni le nostre sale cinematografiche, i nostri fumetti e le riviste, un mito entrato a far parte persino del nostro linguaggio e del modo di pensare.
Si parla di vampirismo dagli albori dei tempi, persino alcuni reperti archeologici, quali tavolette di pietra scolpite, ci dimostrano l’esistenza di un culto: ossia quello di uccidere i morti infilandogli dei paletti nel cuore (che poi nei secoli tali paletti siano diventati di frassino o di cos’altro, non ha importanza, ciò che importa è il dato oggettivo, la forma pura e neutra dell’idea, non il colore soggettivo di un qualche autore), dato che dimostra l’esistenza di questa pratica da quando esiste l’uomo.
In ogni cultura e in ogni parte del mondo (intesa in termini di spazio e di tempo) sono presenti tracce di vampiri o comunque di ciò che sta legato a questa “leggenda”.
Naturalmente vi sono delle differenze fra una versione e un’altra, (il vampiro medievale è ad esempio anche un’epidemia), ma ribadisco che ciò che conta sono i dati essenziali, spogliati dagli ornamenti antropologico-culturali che ogni società ha giustapposto. Verrebbe quindi da chiedersi se in questa leggenda (come in tutte) c’è o meno un fondo di verità.
Analizziamo Dracula, questa versione di vampiro, questa leggenda che nel tardo ottocento si è aggiunta alle altre, ma che nel nostro secolo ha avuto grande fortuna per mezzo dei media, cosa che non so se definire un bene, visto che (come sempre) la cattiva informazione o disinformazione dei mezzi di comunicazione, mette in ombra e travisa la storia originale, facendo perdere la carica emotiva e romantica del libro e del contenuto.
Vi è però un’eccezione, se così posso definirla, ed è il film di Coppola, che è una reinterpretazione della vicenda stokeriana, arrangiata e curata in alcuni particolari che l’attento Stoker aveva celato. La storia rimane pressoché simile, il regista ha avuto la brillante idea di aggiungere un “prologo” e colorare il tutto con il filone della storia d’amore che intercorre fra Mina e Dracula, inserendo anche elementi che richiamano al karma e alla reincarnazione.
Le donne in Dracula di Stoker sono invece delle presenze-assenze, prive di consistenza, seppur coscienti, impossibilitate ad agire realmente. Diverso il ruolo che gli riserva Coppola. Le donne di Coppola “esistono” e agiscono.
E’ geniale Coppola nella reinterpretazione e geniale Stoker nel rendere così reale un mito, così veri i personaggi.
Prendiamo ad esempio il Dottor Abraham Van Helsing, il nome non è un caso, il personaggio dove meglio si identifica lo stesso Bram (il cui nome di battesimo è appunto Abraham), quest’uomo di scienza e di occulto, quest’uomo che combatte il male fisico su livelli spirituali. Il personaggio che più scandalizza dopo quello del vampiro e delle sue “prostitute”.
L’idea stokeriana di dare un nome storico al suo vampiro, l’associazione di questo principe sanguinario al suo personaggio, è stato forse uno dei motivi per cui Dracula ancora vive. Dopotutto per avere successo nella nostra società, basta riuscire ad incarnare i demoni.
Certo è che negli ultimi anni di vampiri ne abbiamo visti nascere di tutti i tipi e fattezze. Ultimi i vampiri di Twilight che ahimè, hanno fatto del demone succhiasangue un paladino di cui innamorarsi e per il quale dare la vita. Stiamo scherzando? Un vampiro è un vampiro e soprattutto, se anche vuol essere buono, per favore, almeno non priviamolo dell’ombra sua amante e compagna. Il vampiro e il sole no, vi prego, non facciamoli coesistere.
Non voglio però fare polemica su questo argomento che tanto ha fatto e fa parlare di se. Un tocco di romanticismo (nel senso di Sturm und Drang) non guasta mai, ma il rischio di cadere nel patetico, purtoppo, sta sempre dietro l’angolo.
Il vampirismo è la manifestazione di un’entità che per vivere ha bisogno dell’energia altrui, e il modo per sconfiggerla è colpirla al cuore. Mi chiedo se anche qui non ci sia una metafora: “colpire al cuore”, non per ferire o uccidere, ma per dare amore.
E allora il taglio della testa cosa rappresenterebbe? Il declino della ragione? L’eliminare quella mente che fin troppe volte ci impedisce di ascoltare l’altro lato di noi? Forse semplicemente si vuol portare l’attenzione su testa e cuore e sul necessario equilibrio che tra essi deve regnare.
Con questa conclusione un po’ new age, consiglio vivamente (a chi non lo avesse ancora fatto) di leggere il romanzo di Stoker e, solo dopo, di vedere il film di Coppola, come conseguenza l’uno dell’altro.
Autore articolo: Danylu L.K.
Danylù Louliette K. Ama l'Arte in ogni sua forma. Lettrice di professione, ama recensire, scrivere, illustrare, cantare e danzare con il fuoco. Si occupa di web e digital art, ama il codice e il cyberpunk, i videogames e la tecnologia in generale. Un giusto connubio fra passato e futuro che si scontrano-incontrano in un presente fatto di pagine bianche da scrivere e vivere. Amante della natura non perde occasione di ricordare che è vegana.