Di seguito vi proponiamo l’intervista esclusiva a La Fleur Du Male.
Gaymagazine vuole dare spazio alle Drag Queen italiane. Cosa ne pensi di questa rubrica?
Potresti spiegarci il significato del tuo nome d’arte?
Il mio nome d’arte. Allora. Sono un appassionato di poesia. Qualche anno fa mi imbattei ne “Les Fleurs du Male”, famosa raccolta di poese di Baudelaire. Rimasi molto colpito nel leggere quegli scritti così che acquistai il libro con l’intera raccolta. Ho madre francese e padre afro-brasiliano , così ho pensato che un nome straniero potesse raccontare al meglio la mia personalità poliglotta. Così nasce “la fleur du male”, che gioca sulla parola “male” dando ambiguità al nome, che passa dal “il fiore del male” a “il fiore del maschio”. Nome che, a mio avviso, rispecchia un’entità androgina come la mia.
Il mondo dell’animazione Drag è molto vario, a tuo avviso, cosa deve fare o avere una Drag Queen per differenziarsi dalle altre?
Ogni Drag Queen ha un modella da cui trae ispirazione, qual è il tuo? In che modo influisce sul tuo modo di fare animazione?
Ahahahah questa domanda mi fa un pò sorridere, non per la doanda in sé ma per la risposta che dovrei dare. Il mio modello di donna ideale è una donna sofisticata, sexy, aggressiva, forte e disinibita. Una femme fatale! Ogni volta che mi metto davanti ad uno specchio di
Che ricordo hai del tuo primo debutto come Drag Queen?
Il mio primo debutto come Drag Queen è stato come fare per la prima volta sesso: sai che ti piacerà ma sai anche che farà male.Sudavo, tremavo come una foglia, non ricordavo una parola della canzone nè un passo della coreografia. Ricordo che appena la traccia musicale terminò, dissi tra me e me “è fatta”. Poi l’applauso del pubblico mi diede un minimo di conforto, anche se tutt’oggi penso che applaudirono per carineria e circostanza.
I trucchi e i vestiti sono molto importanti in questo lavoro, sappiamo che sei anche truccatore, quale consiglio, secondo te fondamentale, senti di dare alle persone che vogliono iniziare a fare questo tipo di animazione?
Hai partecipato come uno dei protagonisti alla rappresentazione teatrale del famosissimo film “Priscilla, la regina del deserto”, ci puoi dire qualcosa in merito? E’ stata un’esperienza importante per te?
Dio se è stata un’esperienza importante! Dal provino alla prima in teatro. Ho avuto la grande possibilità di avere come “guru” Giuliano Leva Zanetti, regista e mio preparatore personale in recitazione. L’onore di lavorare accanto a grandi personalità come La Karl du Pigné e Doriano Rautnick. Spesso si cade nell’errore di pensare: “vabbè dai, hai interpretato un personaggio gay di una commedia gay, non è difficile”. E’ tutto il contrario! E’ estremamente difficile, perchè recitare significa diventare a tutti gli effetti il personaggio che si interpreta. Per farla breve è stato davvero difficile ma orgasmatico!
Quali altre esperienze hanno lasciato un segno positivo o negativo nella tua esperienza? Ci parleresti di una di queste?
La prima volta che mia madre venne a vedere una mia esibizione in un locale. Non sapevo lei ci fosse. Uscii sul palco ed iniziai ad interpretare “The show must go on”, una versione cantata da una donna. Vidi mia madre sotto il palco che piangeva e io iniziai a piangere. Quando scesi dal palco le persone mi dissero “wow che interpretazione, da brividi”. Non sapevano che le lacrime erano vere. Abbracciai mia madre e lei mi disse “sono fiera di te”. Quella è un’esperienza che mi ha segnato.
Che rapporto hai con il pubblico?
Il pubblico è il mio “supradyne”, la mia scarica adrenalinica. Ci si esibisce per loro oltre che per noi stessi e per il locale che ci paga. Mi piace conoscere sempre gente nuova, così a fine spettacolo. quando ho la possibilità. scendo tra il pubblico e mi fermo a parlare con loro, a bere qualcosa insieme, a fare foto. Devo molto al mio pubblico, a tutti quelli che hanno creduto in me e continuano a farlo. E’ estremamente eccitante sentire gridare il tuo nome mentre ti esibisci. Grazie a tutti!
Hai qualche progetto per il futuro o sogno nel cassetto?
Certo che no, come tutti! Ma sogni troppo grandi e cassetti troppo piccoli per contenerli. E poi se ve li dico non si arrivano. Per quanto riguarda i progetti, credo che l’intera vita di una persona sia basata su progetti, io mi auguro solamente di riuscire a portarne a termine almeno uno. Grazie per questa intervista! Mi ha fatto molto piacere.
La redazione di Gaymagazine ringrazia La Fleur Du Male per la sua disponibilità a coglie l’occasione per darvi appuntamento alla prossima settimana con una nuova intervista ad una scoppiettante Drag Queen!
Fonte: http://gaymagazine.it/2010/11/11/dragmagazine-la-fleur-du-male/
Vi abbraccio
Marco Michele Caserta