Prosegue il dramma di Atena Daemi. L’attivista iraniana incarcerata dal regime per motivi politici, e’ stata trasportata per ben due volte d’urgenza nella clinica del carcere di Evin. In entrambi i casi, Atena e’ stata ricoverata per problemi di pressione del sangue e per deterioramento delle condizioni fisiche e psicologiche. Purtroppo, nonostante le richieste dei famigliari, Teheran ha negato all’attivista un vero ricovero ospedaliero, riportando Atena in cella dopo averle garantito una assistenza medica insufficiente (Hrana).
Atena Daemi, 27 anni appena, e’ stata arrestata il 21 Ottobre del 2014 e tenuta per ben 86 giorni in isolamento, senza processo. La sua colpa e’ stata quella di denunciare la politica del regime – e l’uso spasmodico della pena di morte – su Twitter e Facebook. Atena e’ stata processata dal Giudice Moghiseh, noto per le sue posizioni ultra-conservatrici e per la sua vicinanza al Ministero dell’Intelligence (MOIS). Ovviamente, Moghiseh ha scelto una pena estrema in soli 15 minuti di processo, condannando l’attivista iraniana a 14 anni di carcere per propaganda contro il regime (Iran Human Rights), minaccia alla sicurezza nazionale e insulti al fondatore della Repubblica Islamica (Khomeini) e alla attuale Guida Suprema (Khamenei).
Ovviamente, Atena Daemi ha immediatamente presentato un appello per la revisione del suo caso. Nonostante le richieste dell’avvocato di Atena, l’appello dell’attivista ancora non e’ stato minimamente esaminato dalla Corte Rivoluzionaria, ufficialmente per “mancanza di giudici”.
Vogliamo ricordare infine che, mentre il mondo parla di 4 detenuti americani scambiati dal regime con la Casa Bianca (in cambio della fine delle sanzioni), l’Occidente intero dimentica gli oltre 870 prigionieri politici ancora presenti nelle carceri iraniane. Diversi dei quali arrestati proprio sotto il mandato del “moderato” Hassan Rouhani…