Altro giro, altra corsa! Ecco il Dream Team NBA per la 16^ settimana di regular season
Ultima puntata prima del tanto atteso NBA All Star Game di Toronto, che sancirà l’ultima apparizione ad una partita delle stelle per Kobe Bryant. Mentre ci si appresta ad entrare nell’ultimo terzo di stagione, dunque, si intravedono i primi barlumi di rush finale in entrambe le Conference: ad ovest i Portland Trail Blazers (12-3 nelle ultime 15) e gli Utah Jazz (8-2 nelle ultime 10) mettono la freccia ai danni degli Houston Rockets che ora si trovano fuori dalla Top 8, mentre i Los Angeles Clippers provano a difendere il quarto posto nonostante le assenze di Griffin e Rivers. Ad est, invece, la favola Boston Celtics è ormai una realtà, ma la battaglia per i play-off è appena iniziata: Charlotte e Washington tentano di risalire la china, con Detroit e Chicago (falcidiata dagli infortuni) in netta difficoltà.
PM, Isaiah Thomas: il cosiddetto piccolo grande uomo. Nella lega dei giganti, l’intelligenza e l’agilità dell’ex Phoenix e Sacramento permettono al suo metro e settantacinque di essere decisivo. Isaiah Thomas ha portato i Boston Celtics a 9 vittorie nelle ultime 11 gare, nelle quali la squadra ha sempre superato l’asticella dei 100 punti (tranne contro New York, 97). Tra le vittime dei ragazzi di Brad Stevens, spiccano sicuramente Cleveland Cavaliers (at the buzzer) e Los Angeles Clippers (dopo un OT). Contro i losangelini in particolare, Thomas ha realizzato una prestazione da 36 punti e 11 assist, diventando solo il terzo giocatore della storia dei Celtics a registrare un 35-10.
Overtime in Boston. Why overtime? Because Isaiah Thomas did this: pic.twitter.com/uLNpLzqZ6c
— Boston Celtics (@celtics) 11 Febbraio 2016
G, Nicolas Batum: un susseguirsi di alti e bassi per la franchigia di proprietà di Michael Jordan. Dal secondo posto al decimo, e poi nuovamente all’ottavo che, ad oggi, varrebbe i play-off NBA ai danni di Detroit e Chicago. Le ultime 5 gare degli Hornets sono state contro candidate alla post-season nella Eastern: Cleveland, Miami, Washington, Chicago, Indiana. L’unica sconfitta è arrivata contro Miami, ma i 17.4 di media (47% dal campo, 40% da tre, 92% liberi) e le due triple-doppie sfiorate (contro Bulls e Wizards) hanno rimesso in corsa la squadra del North Carolina.
AP, Gordon Hayward: dove sarebbero gli Utah Jazz, se ogni elemento del quintetto titolare non avesse subito infortuni in questa stagione? I ragazzi di Salt Lake City non ci pensano e, nonostante la sfortuna, si sono portati in zona play-off con 8 vittorie nelle ultime 10. Uno dei pochissimi superstiti in casa Jazz (giocate 52 partite su 52), ha avuto il merito di tenere a galla la squadra nel momento di maggior difficoltà con i suoi 20.0 punti di media, per poi risultare decisivo in match tanto importanti quanto delicati come contro i Mavericks, diretta concorrente per la questione post-season: tiro e canestro sulla sirena del primo overtime, vittoria 121-119 per Utah.
AG, LaMarcus Aldridge: all’ombra della stratosferica stagione dei Golden State Warriors, il colpo dell’estate LaMarcus Aldridge ed i suoi San Antonio Spurs non concedono la fuga ai campioni NBA in carica. A sole 3.5 partite di distanza da Steph Curry, il contributo che sta riuscendo a dare l’ex Portland è impareggiabile: nelle ultime 5 uscite, LMA ha segnato 25.0 punti a sera (57% dal campo) sbagliando solo 1 di 34 tiri liberi (97%), aggiungendo 7.2 rimbalzi, 2.2 assist e 1.6 stoppate.
C, DeAndre Jordan: la second unit risponde ai nomi di Cole Aldrich e Jeff Ayres, Blake Griffin è infortunato e il roster non prevede altri lunghi affidabili. Il buon DeAndre, unica vera opzione per il pitturato in casa Clippers, sta dando enormi garanzie al suo coach Doc Rivers. Chiudendo un occhio sulla percentuale in lunetta (42%, secondo peggiore), il centro sta avendo la sua miglior stagione da quando è entrato in NBA: realizza con il 70% dal campo (migliore in NBA), con 12.1 punti, 14.0 rimbalzi, 1.1 assist e 2.3 stoppate di media a partita.
.@CP3 for @deandrejordan6: BOOOM! #ThisIsWhyWePlay pic.twitter.com/HZVLVumx7b
— NBA UK (@NBAUK) 8 Febbraio 2016