Negli ultimi tempi sto vedendo parecchi film in cui si beve un sacco: La fine del mondo, Grabbers, Smashed, volendo pure Gli amanti passeggeri… Perché lo faccio? Un po’ per caso e un po’ per autoconvicermi di non essere poi così alcolizzato. Insomma, in queste pellicole c’è gente che beve davvero tanto, molto più di me, quindi io e il mio fegato per il momento possiamo dormire sonni tranquilli. Più o meno. Se film del genere nel Regno Unito sono piuttosto comuni, negli USA la moda della pellicola alcolica credo sia stata sdoganata da Sideways – In viaggio con Jack, passando poi per qualche altro film indie come il citato Smashed fino ad arrivare a questo Drinking Buddies. Drinking Buddies è stato inserito da Quentin Tarantino nella sua prestigiosa lista dei migliori 10 film del 2013, lista che negli ultimi giorni ha rettificato, dichiarando che il suo preferito in assoluto dell’anno è il thriller israeliano Big Bad Wolves. Adesso però non è che starò a parlarne bene solo perché è piaciuto all’idolo Tarantino, anche perché se no dovrei parlare bene persino di The Lone Ranger e, sebbene non l’abbia ancora visto, non ho tutta questa intenzione di farlo. Quindi ne parlerò bene perché sono moralmente obbligato nei confronti di Dio Quentin o ne parlerò male per fargli un dispetto? Nessuna delle due. Ne parlerò bene semplicemente perché mi è piaciuto.
"Cosa c'è in quella tazza, caffè?"
"Ma va. Birra!"
In questo film, l’alcool viene preso in considerazione per un’analisi sociologica. C’è una scena molto bella in cui in montaggio alternato ci vengono mostrati da una parte Olivia Wilde e Jake Johnson che bevono birra e si divertono in maniera cazzara, dall’altra Anna Kendrick e Ron Livingston che sorseggiano vino e si struggono in maniera seriosa.
"Problema con l'alcool?
L'unico problema che ho con l'alcool sono le persone che non bevono alcool."
I protagonisti di Drinking Buddies sono tipi più da birra. Olivia Wilde e Jake Johnson lavorano in un birrificio, lei si occupa del marketing, lui della produzione, e la sera escono insieme agli altri colleghi per bere qualcosa. Bere birra, soprattutto. In pratica, tutta la loro vita gira intorno alla birra ed è difficile immaginare un lavoro e una vita più fighi. Cosa succede, poi?
"Possibile che in tutte le foto del post stiamo bevendo?"
Niente di clamoroso. Drinking Buddies è una pellicola indie, intima, leggermente romantica ma nemmeno troppo, in cui non dovete aspettarvi chissà quali svolte. È tutto giocato sui dialoghi e sulle ottime interpretazioni dei protagonisti. Olivia Wilde finora l’avevo considerata solo un gran bel pezzo di fregna, però qui dimostra inedite capacità recitative e il ruolo da bevitrice accanita (non ho detto alcolista) le calza a pennello, così come Jake Johnson è sempre l’irresistibile cazzone che abbiamo imparato a conoscere e amare nella serie New Girl. Di molto non c’è altro, c’è qualche complicazione sentimentale, quando entrano in gioco anche i rispettivi compagni dei due protagonisti, la sempre brava Anna Kendrick e il sempre lagnoso Ron Livingston, e in una piccola parte da attore c’è pure il regista fenomeno dell’horror Ti West, però per il resto c’è solo una cosa a svettare su tutto e su tutti: la birra. In Drinking Buddies c’è tanto alcool ingerito, quanto nelle pellicole di Quentin Tarantino ci sono sangue versato e “fuck” pronunciati. Forse è per questo che a lui è piaciuto tanto e forse è per questo che anche a me è piaciuto tanto questo piccolo grande nuovo cult del cinema alcolico. (voto 7+/10)