Ho recuperato uno dei film di questa stagione cinematografica che ha raccolto molte critiche positive: “Drive”, del danese Nicolas Winding Refn con Ryan Gosling come protagonista. E' un film d'azione sui generis; perché è molto lento e molte scene di inseguimento sono girate a rallentatore, come a voler portare l'accento su altri elementi (cosa che poi non verrà approfondita). Molto belle le scene notturne ed aeree di Los Angeles, che ricorda una metropoli estraniante come le megalopoli fantascientifiche alla Blade Runner, i titoli di testa in viola hanno un sapore molto anni '80, molto “Miami Vice”. Ma tutto il film è un continuo ricordo/omaggio/richiamo a vecchie pellicole anni 60/70; ritroviamo elementi di “Driver l'imprendibile”, atmosfere dei primi Callahan, ma soprattutto un continuo richiamo a lui, Steve “The King of Cool” McQueen. E' al grande attore scomparso, infatti, che il protagonista (del quale si ignora il nome) è chiaramente ispirato: taciturno, solitario, cinico, si capisce che nasconde un passato duro ma avrebbe voglia di riscattarsi; soprattutto correndo in auto ed in questo aiutato da un socio/manager (interpretato da Bryan Cranston ed è forse questo il personaggio più interessante di tutto il film) sfigato e malmesso, che fa affari con le persone sbagliate. Gli altri personaggi sono solo contorni sbiaditi e spesso macchiettistici (imperdonabile aver sprecato un grande come Ron Perlman con un ruolo decisamente fuori dagli schemi). Insomma, alla fine esce fuori un film che, seppur gradevole, lascia la forte idea del tutto già visto e prevedibile. Un classico film che solo uno come Tarantino, per capirci, avrebbe potuto girare con la sua capacità ed inventiva. Avrebbe tirato fuori dal cilindro (va bene anche quello del motore, tanto di auto si parla qui) qualche vecchio attore dimenticato o semi-ammuffito, avrebbe fatto recitare dei camei ad Al Pacino, Clint Eastwood ed Arnold Schwarzenegger ed avrebbe creato una colonna sonora indimenticabile. Ma, appunto, questo film non è stato girato da lui. E si vede.
Ho recuperato uno dei film di questa stagione cinematografica che ha raccolto molte critiche positive: “Drive”, del danese Nicolas Winding Refn con Ryan Gosling come protagonista. E' un film d'azione sui generis; perché è molto lento e molte scene di inseguimento sono girate a rallentatore, come a voler portare l'accento su altri elementi (cosa che poi non verrà approfondita). Molto belle le scene notturne ed aeree di Los Angeles, che ricorda una metropoli estraniante come le megalopoli fantascientifiche alla Blade Runner, i titoli di testa in viola hanno un sapore molto anni '80, molto “Miami Vice”. Ma tutto il film è un continuo ricordo/omaggio/richiamo a vecchie pellicole anni 60/70; ritroviamo elementi di “Driver l'imprendibile”, atmosfere dei primi Callahan, ma soprattutto un continuo richiamo a lui, Steve “The King of Cool” McQueen. E' al grande attore scomparso, infatti, che il protagonista (del quale si ignora il nome) è chiaramente ispirato: taciturno, solitario, cinico, si capisce che nasconde un passato duro ma avrebbe voglia di riscattarsi; soprattutto correndo in auto ed in questo aiutato da un socio/manager (interpretato da Bryan Cranston ed è forse questo il personaggio più interessante di tutto il film) sfigato e malmesso, che fa affari con le persone sbagliate. Gli altri personaggi sono solo contorni sbiaditi e spesso macchiettistici (imperdonabile aver sprecato un grande come Ron Perlman con un ruolo decisamente fuori dagli schemi). Insomma, alla fine esce fuori un film che, seppur gradevole, lascia la forte idea del tutto già visto e prevedibile. Un classico film che solo uno come Tarantino, per capirci, avrebbe potuto girare con la sua capacità ed inventiva. Avrebbe tirato fuori dal cilindro (va bene anche quello del motore, tanto di auto si parla qui) qualche vecchio attore dimenticato o semi-ammuffito, avrebbe fatto recitare dei camei ad Al Pacino, Clint Eastwood ed Arnold Schwarzenegger ed avrebbe creato una colonna sonora indimenticabile. Ma, appunto, questo film non è stato girato da lui. E si vede.
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