Tutte le strade sono ancora percorribili. Quella che noi auspicheremmo è quella della depenalizzazione, della decarcerizzazione e dell’umanizzazione.
“In primo luogo quando si annunciano norme più severe e pene più alte per i furti in appartamento solo perché statisticamente in crescita, pur riconoscendo che tutti gli altri delitti decrescono, si commette un grave errore concettuale. Il diritto penale deve essere sempre quello, non deve cambiare a ogni rilevazione Istat. Altrimenti se diminuiscono gli stupri dovremmo poi ridurre le pene relative. In secondo luogo non è convincente la discussione intorno all’aumento dei tempi di prescrizione a partire dalle note vicende di corruzione, anche in questo caso sull’onda dell’emergenza (qui è ridicolo parlare di emergenza visto quanto accaduto negli ultimi quarant’anni). La prevenzione della corruzione non avviene allungando i tempi di prescrizione anche per tutti gli altri reati, oltre che per quelli di concussione e corruzione. Così si arriva a sostenere che sia normale essere condannati a vent’anni dal fatto commesso, anche se si tratta di un reato in violazione della legge sulle droghe o di un furto. È indecente passare un quarto della propria vita in attesa di una sentenza di condanna. C’è chi invece in Italia non rischia mai alcuna condanna. Si tratta della figura criminale del torturatore. In Italia manca il delitto di tortura nel codice penale nonostante gli obblighi internazionali assunti. “
Da Il Manifesto (Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone)