Dropbox e Drive: simili ma diversi

Creato il 25 febbraio 2015 da Ico Arena @icoarena

Quando si valutano le funzioni e le prestazioni di un servizio di cloud storage dedicato, il paragone non può che coinvolgere due colossi del settore: Dropbox e Drive di Google.

Dal punto di vista delle funzioni di base, Drive e Dropbox si assomigliano molto: entrambi offrono un accesso completo via web, un client locale di sincronizzazione e applicazioni mobile per accedere ai contenuti tramite smartphone e tablet.

Per la maggior parte degli utenti i due servizi appaiono pressocché identici, eppure guardandoli bene si possono cogliere delle differenze piuttosto evidenti.

In questo post cercherò di farti un riassunto delle varie funzionalità di Dropbox e Drive, per capire quale dei due risulta al momento la scelta migliore in fatto di cloud.

Trova le differenze

Dropbox guadagna qualche punto in più per quanto riguarda la copertura dei vari sistemi operativi in quanto offre un client ufficiale per Linux e app per Windows Phone e BlackBerry.

Google Drive risponde con un’integrazione perfetta in Android e con una eccellente suite di App mobile per iOS e Android, che permettono di aprire e modificare anche i file di Office.

L’integrazione con Docs (sia in mobilità che sul Web) è probabilmente la differenza fondamentale tra i due servizi: l’ecosistema di Google permette di sfruttare Drive come parte di flussi di lavoro più complessi.

Dropbox, per contro, può far valere la sua maggiore maturità e diffusione nell’integrazione con servizi e app di terze parti: moltissime app indipendenti, infatti, consentono di sfruttare Dropbox come archivio in cui memorizzare o esportare dati, documenti, informazioni e perfino impostazioni (magari anche per sincronizzare configurazioni e archivi tra più dispositivi).

Da questo punto di vista, Drive è ancora molto indietro, anche se sta recuperando terreno rapidamente, grazie all’integrazione con molti servizi web di terze parti per gestirei vari formati di file memorizzati nel cloud.

A favore di Drive si risolve il confronto tra le interfacce web: Dropbox offre un’impostazione minimale, sicuramente intuitiva ma piuttosto povera di funzioni, nonostante l’introduzione dell’anteprima per alcuni formati di file molto diffusi.

La nuova impostazione di Drive, invece, è efficace e ripropone molte modalità operative tipiche dei desktop (selezione, trascinamento, doppio clic, menu contestuali) che gli utenti conoscono bene e sanno già usare.

Ci sono ancora alcuni piccoli difetti, legati in particolare all’impossibilità di effettuare alcune azioni su file multipli o intere cartelle ma Google sta lavorando alacremente sul progetto, che migliora mese dopo mese.

Se posso elencare un difetto di Drive è l’assenza di un sistema di upload automatico delle fotografie dai dispositivi mobile (integrato invece con Google+), mentre Dropbox lo propone da tempo e offre addirittura un bonus di spazio a chi lo attiva.

Il client locale di Dropbox rappresenta il punto di riferimento nel settore: si presenta come una cartella nel tuo file system in cui poter creare, organizzare o eliminare dei file in maniera efficace, stabile e affidabile.
Dopo un inizio un po’ zoppicante, anche il tool di sincronizzazione di Google Drive è migliorato molto, ma la sua interfaccia è ancora un po’ spartana e mancano alcune funzioni utili.

La mia opinione

E’ inutile dire che ormai sono un devoto sostenitore del servizio di cloud targato Google.

Da che ho attivato il mio account su Drive, posso dire di aver rivoluzionato il mio modo di lavorare: niente più file salvati in locale, suite di Microsoft Office disinstallata completamente e vuoi mettere la comodità di poter accedere ai tuoi file da qualsiasi parte del mondo.

Per quanto riguarda Dropbox, lo trovo un ottimo servizio di cloud, sicuro, veloce e soprattutto affidabile. Tuttavia lo utilizzo semplicemente per archiviare i file dei miei progetti o effettuare il backup delle mie foto ma nulla di più.

Purtroppo l’universo che ruota intorno a Drive lo rende molto più appetibile e ha finito per trasformarlo in una vera e propria workstation (devo ammettere che Drive è diventato il mio “ufficio virtuale”). Basti pensare all’integrazione automatica che con altri servizi di Google quali Gmail, Keep, Docs e Calendar.

Per cui posso affermare che la sfida tra i due (al momento in cui sto scrivendo) la vince Google Drive e non me ne vogliano i sostenitore della “scatoletta azzurra”.


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