Due anni

Da Maddalena_pr

DUE SPANNE DI CAPELLI, DI RAMI ALTI ALLE SIEPI DEL GIARDINO. DUE NATALI, DUE CAPODANNI, DUE CALENDARI SUL MURO DELLA CUCINA

Domani è il tuo compleanno. Si annusa ovunque, si sente come l’odore d’incenso quando entri in chiesa. S’infila tra le ante degli armadi, sotto le porte. Spiffera dentro e fuori, lo sa anche la pioggia, hanno avvisato il sole. Dice che domani cercherà di venire, poi torna dentro, nel suo capriccio di nubi, la sua nicchia segreta.

Non è la prima volta che li compi. Ma l’anno scorso era una data ruvida, veniva da dodici mesi di fatica. In questo anno ti sei infilata dappertutto, come l’evento di domani, come quando mi dici “enta, mamma”, e vuoi che io mi accucci con te nel mobile della camera già imbottito di scatole e appendini. Come quando sei sul tavolo, sul baule, vuotare bottiglie, spremere tubetti di creme. Come quando sei di là per un attimo e in un attimo sei di qua, e penso che di Isabelle, senza accorgermene, devo averne partorite almeno due, perché non c’è altra spiegazione alla rapidità folle con cui ti palesi o scompari.

Ti sto preparando, in questi giorni, ti annuncio a più riprese che domani compirai due anni. Due, ti segno sulle dita. Ma non lo so se hai capito. Mi hai detto: “No, anni!” quasi fossi già stanca d’invecchiare, anche tu. Poi però alla mia domanda “cosa vuoi mangiare domani?” hai risposto: “Totta” (torta), e mi è sembrato che tu sappia già Tutto.

La cosa più bella di questi ultimi tempi sono i nostri dialoghi, e la tua chiarezza. C’era uno scivolo, sul libricino che abbiamo appena sfogliato: “Ti piace lo scivolo?”
“Scì-scì, volo.”
“Ma non hai paura?”
“Scì-scì, pua.”
Hai ripreso a dire scì-scì con quel tuo sì doppio che festeggia le cose. Ogni tanto ne approfitto, t’insegno a mio modo il ti voglio bene, e mi prendo il mio premio di madre affettuosa: “Mi vuoi bene, Isabelle?”
“Scì-scì, be-ne.”
Allora so che posso stare tranquilla.

Due anni… Lascia stare che un po’ mi morde questo tempo così veloce. Una madre ha sempre una punta di nostalgia, così, un buco nel cuore. Due anni cosa sono?
Due spanne di capelli, di rami alti alle siepi del giardino. Due natali, due capodanni, due carnevali e due estati. Un po’ di nero in alto, vicino al soffitto, dove il termosifone sfiata. Gli stessi vestiti nel mio armadio, più o meno. La stessa acconciatura.
Due calendari sul muro della cucina.

E invece due anni fa non c’eri, e adesso ci sei da sempre.