Due Chiacchiere con… Alessia Esse
Entrambi i suoi romanzi, finora pubblicati, sono stati letti sia da RoRò che CriCra ed entrambe hanno deciso di collaborare alla stesura dell’intervista dando libero sfogo a tutte le curiosità che questa serie così bella e originale suscita
Qua potete trovare le recensioni complete alla trilogia: La trilogia di Lilac
Mentre, a questo link, potrete trovare un estratto del primo episodio.
Chi è Alessia Esse?
«Io so tutto,» dico, stringendo i pugni. «Conosco la verità. Mio padre mi ha detto chi sei.»
«Tu non sai niente.» La sua voce è di pietra, adesso. I suoi occhi neri sputano fuoco. «Tu non sai niente, così come tuo padre non sa niente. Forse conoscete il come» dice, inclinando la testa sulla spalla. «Ma il come serve a ben poco se non conosci anche il perché, Lilac. Ed è questa la ragione per cui sono qui. Per spiegarti il perché. Per raccontarti quella parte della storia moderna che non hai studiato sui libri. Per farti capire per quale motivo ho fatto sparire il genere maschile dalla faccia della Terra.»
… Bene, ora che abbiamo rispolverato un po’ la nostra memoria con la biografia di Alessia Esse,
avanti tutta con l’intervista!
CriCra: Ciao Alessia e grazie di essere qui con noi su Sognando Leggendo. Rompiamo subito il ghiaccio, raccontaci chi è oggi Alessia Esse e se è riuscita, dopo gli “insuccessi” divertenti che ha descritto nella sua biografia, a diventare quello che desiderava oltre a scrivere.
Alessia: Ciao, ragazze! Grazie a voi per avermi invitata sul vostro bellissimo blog. Dunque, oggi Alessia Esse è una donna che, dopo tanti compromessi e tanti insuccessi (spesso non divertenti), ha deciso di nutrire e coltivare il suo sogno, ovvero scrivere. Non è facile, non è tutto rose e fiori, ma è il mio sogno, e penso che l’unico modo per realizzarlo, sia quello di investire me stessa al 100%.
Alessia: Una nota critica c’è sicuramente in ciò che scrivo, ma non è né un J’accuse verso gli uomini, né una presa di posizione relativa agli avvenimenti drammatici degli ultimi tempi. Le donne sono sempre state trattate in maniera diversa rispetto agli uomini, ancor prima degli attacchi con l’acido e delle differenze salariali. In alcuni contesti sociali e in alcune epoche questo trattamento era ed è la norma; dire “è colpa degli uomini” è troppo facile, nonché riduttivo. La questione è tanto complessa, e con i miei libri sto cercando anche di porre qualche accento su alcuni aspetti a me cari. Però no, la trilogia non è un manifesto di biasimo verso il genere maschile.
RoRò: Lilac, la protagonista della trilogia, è una ragazza che è cresciuta in un mondo post-apocalittico, libero però dalle violenze, le privazioni, le coercizioni che le donne nel corso dei secoli hanno subito. Nel momento in cui viene a conoscenza di questa parte impietosa della storia umana non riesce a crederci, la sua mente non può accettare simili barbarie. Ma è poi così terribile il mondo di Vega G?
Alessia: Questa è la domanda che si pone Baguette in Segreto. “Possiamo davvero biasimare la Presidentessa per ciò che ha fatto?” Rispetto al mondo dal quale Lilac proviene, quello che conosce a Roma (e attraverso il diario di Francesca) è un mondo barbarico, violento, orribile. Lei non riesce a comprenderlo, e non riesce a comprendere le persone che ne fanno parte. Tuttavia, c’è da dire che non tutti gli aspetti del nuovo mondo sono negativi: l’USP ha curato ogni malattia che oggi definiamo mortale; la povertà è inesistente; la violenza pure. Tutte queste migliorie, però, arrivano da un avvenimento orribile, barbarico e violento, ovvero la diffusione del virus da parte di Vega G. Tale avvenimento non è differente da quelli raccontati da Francesca, o da quelli vissuti da Lilac in prima persona a Roma. A prima vista il nuovo mondo può sembrare una versione migliore del vecchio, ma se guardiamo alle radici, alle fondamenta dell’USP, allora ci rendiamo conto che non c’è alcuna differenza. E Lilac, questo, lo capirà molto presto.
RoRò: Ammetto che il mio personaggio preferito in assoluto è proprio la Cattiva numero “Uno”: Vega G. Ammiro il modo in cui l’hai caratterizzato. Un cattivo al femminile che punisce agendo su criteri di giustizia molto femminili. Insomma molto credibile, raccontaci la sua genesi.
Alessia: In ogni storia che si rispetti è necessario un Cattivo, qualcuno col compito di rendere la vita difficile ai protagonisti. Fin da quando ho iniziato a prendere appunti per quella che allora si chiamava “Malorai”, il personaggio della Presidentessa è stato sempre marginale. Il mio obiettivo non è stato mai quello di rendere Vega G un personaggio “presente” nel racconto. Mi è sempre piaciuta l’idea di concentrarmi sugli effetti che il “lavoro” del Cattivo ha sui protagonisti piuttosto che sul Cattivo stesso. In Perfetto, Vega G appare all’inizio e alla fine, in due momenti molto importanti: quando viene presentata ai lettori, e quando, alla fine, ammette: “Sì, sono io il Cattivo”; nel mezzo, i riflettori sono puntati su Lilac, e su come lei reagisce quando scopre la verità. In Segreto, Vega G appare negli ultimi capitoli, in una veste completamente diversa da quella che i lettori hanno conosciuto in Perfetto. In quei capitoli la Presidentessa non dice “Sì, io sono il Cattivo”; ciò che dice è: “Visto? Avevo ragione quando ho fatto quel che ho fatto”. La Presidentessa avrà un ruolo centrale in Infinito. Sarà, per la prima volta, “presente” nel racconto, e ciò permetterà ai lettori di conoscerla in maniera diretta, senza alcun filtro. Finalmente si capiranno le reali motivazioni che hanno spinto Vega G a fare quel che ha fatto, e i lettori troveranno risposta alla domanda che in molti mi hanno già posto: Che fine farà il Cattivo?
RoRò: Hai dato vita ad un mondo di sole donne, e credo che ci voglia tanta immaginazione, capacità introspettiva e analitica. Come sarebbe, invece, un mondo fatto di soli uomini?
Alessia: Sto immaginando una distesa di calzini spaiati, file interminabili di uomini-zombie incapaci di cucinare, stirare e fare la spesa, che camminano come Diogene, in pieno giorno e con la lanterna, alla ricerca di una donna. Scherzi a parte, mi riesce molto difficile immaginare un mondo di soli uomini; credo che imploderebbe nel giro di pochi anni. Le donne posseggono una forza interiore, una resistenza, che gli uomini non hanno. E non lo dico con spirito critico, ma con semplice spirito d’osservazione. Nel caso di una Sindrome al contrario, temo fortemente che i maschi si accartoccerebbero su se stessi in un attimo.
CriCra: Se c’è, qual è il tuo personaggio preferito o magari uno di loro in cui ti rispecchi in qualche modo? E quello che ti è stato più difficile creare o che ti è stato proprio antipatico da sopportare?
Alessia: In ogni personaggio c’è una parte di me. Più grande o più piccola, a seconda dei casi. La mia religione è la musica, come per Baguette; detesto le piante e i fiori, come Lilac; per qualche anno ho balbettato, come Thomas, e per troppo tempo ho creduto di non essere in grado di amare, come Brunelleschi/Irene. Qualcuno mi ha fatto notare che ogni personaggio è il mio personalissimo Horcrux
RoRò: Recentemente alcune autrici che si sono lanciate nel mondo dell’auto-pubblicazione sono state adottate da case editrici importanti come Anna Premoli e Sara Tessa dalla Newton & Compton, e Elisa S. Amore dalla Nord. Domani forse anche Alessia Esse?
Alessia: Perché no? Se un editore dovesse accorgersi di me, e proporsi per pubblicare i miei libri con totale, assoluto e oggettivo rispetto dei miei personaggi e dei miei lettori, sarei più che disposta ad accettare.
Alessia: Elettrizzata e terrorizzata, come sempre. Infinito conclude la storia di Lilac, per questo ogni elemento del racconto dovrà essere perfetto. Ogni domanda dovrà avere risposta, ogni personaggio e ogni intreccio dovranno avere la loro giusta conclusione. È un lavoro immenso, ma lo sto adorando. E non vedo l’ora che tutti possano leggere F.R. 983: in questa novella il mondo che avete conosciuto finora verrà completamente stravolto!
CriCra: Una curiosità. Le copertine. Tre splendidi fiori. Una scelta mirata o casuale?
Alessia: Quello dei fiori è un tema importante nella trilogia. In Perfetto, Francesca parla approfonditamente a Lilac del perché ama occuparsi dei fiori veri, invece che di quelli artificiali. (Fossi in voi andrei a rileggere quel dialogo; è fondamentale per il prosieguo della storia.) I fiori sono “l’alimento” di quelle api il cui miele aiuta i sopravvissuti di Pontenero. È fra le piante che circondano la sua casa-baracca che Irene si apre per la prima volta con sua figlia. Uno dei personaggi più importanti della trilogia ha il nome di un fiore. (Avete capito di chi sto parlando, vero?) Ogni fiore in copertina ha un significato preciso, ed è il risultato di lunghe riflessioni che ho fatto ancor prima di pubblicare Perfetto. Nulla è lasciato al caso, quindi.
CriCra: Hai già in mente dei progetti futuri dopo la Trilogia?
Alessia: Certamente. Non escludo di tornare al genere distopico, ma nel prossimo futuro ci sono storie molto diverse da quella di Lilac. Mi auguro che i miei lettori continuino a seguirmi e ad essere appassionati come lo sono stati finora
Grazie per questa intervista, ragazze; ho adorato ogni singola domanda!
Ale
Bene, l’intervista finisce qui… un grande ringraziamento a Alessia Esse per la sua disponibilità, per noi è stato un vero piacere, torna presto a trovarci
RoRò & CriCra ♥