Due Chiacchiere con… Emanuela Valentini

Creato il 18 luglio 2014 da Nasreen @SognandoLeggend

Chi è Emanuela Valentini?

Vive e lavora a Roma, ma è Londra la città dove il suo cuore si sente a casa. Le cose che preferisce fare sono leggere, scrivere, preparare dolci per regalarli, fare fotografie. Adora i classici della letteratura ottocentesca per lo stile inimitabile e i temi trattati, ma legge di tutto. Crede nel potere educativo e curativo dei libri, delle parole. Scrivere, per lei, è essenziale come il respiro. Da qualche mese è entrata a fare parte della Redazione di Speechless. Autrice di strane storie, ha un romanzo weird nel cassetto, insieme a un enorme racconto di natura indefinibile di cui preferisce non parlare prima di averci messo pesantemente mano. Il 7 marzo 2013 vede la luce della pubblicazione, con il marchio GeMS, l’opera giunta tra i trenta finalisti del Torneo Letterario IoScrittore 2012, titolo provvisorio Ophelia e le Officine del Tempo. Il suo racconto Cronache di un mercante di stelle comparirà nell’antologia di prossima uscita per GDS Editore. La bambina senza cuore è una vecchia fiaba, riscritta e curata, amata tanto da cucirle intorno un abito di lucente splendore.

 … Bene, ora che abbiamo rispolverato un po’ la nostra memoria con la biografia di Emanuela Valentini, avanti tutta con l’intervista!

Danylù: Ciao Emanuela e benvenuta qui su Sognando Leggendo. Partiamo subito con le domande su questa trilogia così “fuori dai soliti schemi”. I personaggi che animano Red Psychedelia sono vivi, consistenti. Ti sei ispirata a qualcuno? In primis spiccano Halley e il cacciatore. Chi sono?

Emanuela: Halley è un incanto. Da tempo avevo in mente un personaggio femminile estremo, forte, che tagliasse i ponti con tutto il filone delle bellissime e innamoratissime che vanno tanto adesso. Io volevo una ragazza come tante, con un passato difficile alle spalle che la rendesse unica. Una con gli occhi che tagliano. Una gattaccia selvatica eppure capace di amori profondi e improvvisi e di totale fiducia, nonostante la vita le abbia insegnato che non fidarsi è meglio. Lei è la mia cappuccetto rosso: una che entra nel bosco tutti i giorni, consapevole dei rischi. Una che comunque prova ad attraversarlo. E sapete cosa? Ci riesce. Questo personaggio in fondo non si discosta parecchio da Ophelia, anche lei forte e indipendente. È solo parecchio più estrema. Ho aspettato a darle vita perché mi mancava l’ispirazione fisica. Poi nella primavera del 2013 ecco la folgorazione: Danylù. Lei è Halley proprio come la vedevo nella mia testa. È perfetta. Mi sono ispirata a Danylù anche nelle movenze, nello stile e in qualcosa che nemmeno lei sa di avere che è anche il motivo per cui la adoro: e non ve lo dirò.

Danylù: Maddai! Anche se, essendo l’oggetto in questione, sarei proprio curiosa! Non nego di essere anche molto lusingata. Spero ce lo rivelerai a fine stagione. Torniamo al cacciatore:

Emanuela: Il Cacciatore non è nessuno in particolare. Non qualcuno che io conosca, almeno. Rappresenta qualcuno fissato, un uomo frustrato, la cui unica ambizione nella carriera come nella vita è quella di catturare la ragazzina che spaccia Special Red e che ogni volta lo pesta di botte. Qualcuno in una recensione molto lusinghiera mi ha scritto che il Cacciatore è l’unico caso di guardia che gli va a genio, il che mi fa pensare che l’ho costruito così apposta.

Danylù: Come è nata l’idea della pillola rossa?

Emanuela: Non è una pillola! È una gelatina alla fragola!

Danylù: Sì sì, certo, una gelatina alla fragola. Imperdonabile distrazione…

Emanuela: L’idea è nata nella vasca da bagno. Mi scervellavo da giorni in cerca dell’idea che avesse differenziato la mia Red da tutte le altre droghe in circolazione e mettendole al vaglio ho notato che la gelatina era quella che mancava. Esistono polveri, pastiglie, francobolli, palline mollicce, ma non gelatine. Il nome Red vuole riprendere la favola di Cappuccetto Rosso. Et voilà!

Danylù: Da quanto si evince lo steampunk è sempre presente nei tuoi scritti. Mi riferisco agli “zeppelin”. Da cosa nasce questa tua passione?

Emanuela: Non posso farne a meno. La contaminazione steam mi viene naturale tanto è il fascino che esercitano su di me macchine retrò e tecnologie obsolete. Mi sono divertita a mixare in Red Psychedelia vari stili narrativi e vari sottogeneri come il cyberpunk, il dieselpunk, la distopia e in ultimo lo steampunk che dà all’insieme un tono retrofuturistico sensibile. Yeah, steam powered!

Danylù: E steampowered sia! Cosa ti ha spinto a cambiare così drasticamente stile e trame? Dalla delicate storie gotiche e vittoriane, ci hai catapultati in ambienti affollati, rumorosi, tecnologici e deliranti. È stato casuale o studiato?

Emanuela: Il cambio repentino di prosa è stato casuale. La narrativa di nicchia mi ha sempre attratto e da tempo mi immaginavo calata in una ambientazione alla Blade Runner, con un personaggio forte, affascinante, che conquista. Come amante della fantascienza sociale dalle atmosfere degradate in futuri caotici, mi piace pensare di avere con Red Psychedelia omaggiato il grande Philip Dick, che stimo e amo come artista e genio. E devo dire di essermi trovata molto bene nella città di Halley e il Lupo. Non ho affatto rimpianto le lugubri atmosfere gotiche che anche amo molto, o la Londra dei primi novecento delle Officine del Tempo. È solo uno degli altri generi che adoro leggere e scrivere. Mi piace sperimentare.

Danylù: Vecchia Road. Come mai questo nome?

Emanuela: Per scegliere i nomi dei vari personaggi della serie mi sono presa una Special Red. Perciò mi rimane parecchio difficile rispondere a questa domanda. Ora che ci penso anche Pongo Bill e bAng bunny non scherzano! C’ero andata giù pesante quella sera, lo ammetto!

Danylù: Bene, a questo punto ti ringrazio e ti saluto per la disponibilità, ti manderò un contratto stilato dal mio avvocato per quanto riguarda i diritti sulla mia persona, e corro subito a leggere gli ultimi due episodi.


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