Di seguito potete leggere alcuni paragrafi tratti da un libro su Sherlock Holmes nei fumetti che sarà pubblicato prossimamente dalla casa editrice ProGlo. Ho selezionato i brani dedicati esplicitamente a Batman.
La nascita di Batman
All’inizio del 1939 il successo di Superman su Action Comics spinse i dirigenti della National Publications a puntare sui supereroi. Fu così che venne chiesto ai collaboratori della casa editrice di creare un nuovo personaggio. Il disegnatore Bob Kane e lo sceneggiatore Bill Finger risposero alla richiesta ideando “The Bat-Man”, che fece la sua prima apparizione su Detective Comics #27.
Se Superman era il frutto della fantasia di due giovani sognatori, Batman era il risultato del lavoro di professionisti che avevano studiato i modelli precedenti ed erano riusciti a sintetizzarne le caratteristiche in un personaggio nuovo e originale. Così Bob Kane usò come riferimenti iconografici i film The Mark of Zorro (1920) e The Bat Whispers (1930) e l’ornitottero disegnato da Leonardo da Vinci, e Bill Finger si ispirò a eroi del feuilleton, della letteratura pulp e dei programmi radiofonici come Sherlock Holmes, Doc Savage e The Shadow per scrivere le avventure di un detective intelligente e imbattibile in guerra contro la criminalità.
Un possibile riferimento diretto a Sherlock Holmes nei fumetti di Batman degli esordi può essere rintracciato nell’episodio di Don Cameron e Dick Sprang intitolato The Tyrannical Twins (1945), nel quale il Cavaliere Oscuro, parlando con Robin, fa un’osservazione molto simile a quelle che il detective di Arthur Conan Doyle rivolge in più occasioni a Watson:
“(…) non ha senso fare ipotesi finché non abbiamo scoperto cosa può dirci la signora Ranier.”
Batman considera pessimo il metodo di fare ipotesi prima di avere a disposizione un sufficiente numero di indizi sui quali ragionare anche nella miniserie Trinity di Matt Wagner con protagonisti Batman, Superman e Wonder Woman. Il Cavaliere Oscuro dice a Clark Kent:
“Non faccio mai ipotesi, Kent. È un’abitudine pericolosa.1”
In questo caso non si tratta di un fumetto degli anni Quaranta, ma di un’opera del 2003 nella quale l’autore raccontò una storia ambientata nei primi anni della carriera supereroistica dei tre personaggi. Si può ipotizzare che Matt Wagner, nel tentativo di ricatturare l’essenza del Cavaliere Oscuro, fosse risalito a una delle radici creative del personaggio.
Sherlock Holmes nei fumetti di Batman degli anni Quaranta e Cinquanta
La prima citazione sherlockiana in un fumetto di supereroi dell’Universo DC avvenne nel 1943 in un fumetto di Batman di Bill Finger e Dick Sprang intitolato Alfred Gets His Man2. Nei primi episodi del fumetto Bruce Wayne non aveva un maggiordomo; Alfred entrò nel cast della serie solo in Here Comes Alfred pubblicato nel 1943 su Batman #16. Il personaggio originale era grasso, goffo e calvo, e assunse l’aspetto longilineo un anno più tardi, quando la casa editrice decise di dargli l’aspetto dell’attore William Austin, che interpretava Alfred nella serie cinematografica di Batman.
Alfred, il cui cognome per diversi anni è stato Beagle anziché Pennyworth, è un aspirante detective ed è per questo motivo che in più di un’occasione si veste come Sherlock Holmes: in Alfred Gets His Man (1943) indossa il cappello deerstalker e fuma la pipa; in Alfred, Private Detective3) di Don Cameron e Dick Sprang (1945) porta sempre il cappello e usa la lente di ingrandimento; in The Tyrannical Twins4) di Don Cameron e Dick Sprang (1945) indossa ancora una volta il deerstalker.
È particolarmente degno di nota l’episodio Alfred, Armchair Detective di Don Cameron e Jerry Robinson pubblicato nel 1946 su Batman #31. All’inizio del fumetto Alfred legge un romanzo giallo e pensa:
“Per Giove, questo detective è incredibile!
I poliziotti che non sanno più che pesci pigliare gli portano gli indizi… e senza muoversi dalla poltrona risolve l’intero caso per loro!”
Senza dubbio è un riferimento a Sherlock Holmes, che era solito vantarsi di risolvere molti casi senza il bisogno di alzarsi dalla poltrona.
Attorno a questa premessa viene costruita una gag. Nelle pagine successive Alfred va a caccia di una banda di criminali. I malviventi lo sorprendono, lo catturano e lo legano a una sedia. Successivamente caricano Alfred, sempre legato alla sedia, sul retro di un furgone e si dirigono verso la campagna. Durante il viaggio Alfred viene sballottato violentemente e vola addosso al conducente, che perde il controllo del veicolo e lo fa finire in uno stagno. Una volta giunta sul posto, la polizia trova i malviventi tramortiti e Alfred ancora legato, che può quindi vantarsi:
“Pensavo che non fosse possibile farlo… ma ho risolto il caso senza muovermi dalla mia sedia!”
Un altro fumetto interessante dal punto di vista delle citazioni sherlockiane è Batman and Robin in Scotland Yard!5 di Don Cameron e Win Mortimer, una storia nella quale il dinamico duo si reca a Londra per affrontare un epigono di quello che fu l’arcinemico di Sherlock Holmes. Fin dalla prima vignetta in cui appare, il Moriarty del fumetto chiarisce di essere un omonimo della nemesi del detective vittoriano:
“Un grande criminale, quel mio omonimo, il professor Moriarty! Holmes stesso era intimorito da lui! Chi può vincermi in astuzia se adotto i suoi stessi metodi?”
A proposito del nuovo Moriarty, che si ispira direttamente ai racconti di Arthur Conan Doyle per imbastire i suoi piani criminosi, gli investigatori di Scotland Yard affermano:
[Vice ispettore]: “Quel tizio è un genio, capo! Cambia i crimini del Moriarty fittizio quel tanto che basta perché sia inutile studiare le storie di Holmes.”
[Capo]: “E non abbiamo nessuno Sherlock che possa vincerlo in astuzia!”
Naturalmente è Batman il detective che lo vincerà in astuzia.
In ambito sherlockiano, l’episodio si segnala anche perché il maggiordomo Alfred si reca in Inghilterra assieme a Batman e Robin, e una volta giunto a Londra si veste come Sherlock Holmes e visita la casa del detective al 221b di Baker Street.
Sono presenti delle piccole citazioni anche in Batman #28 (1945) e Star-Spangled Comics #111 (1950).
In una delle storie pubblicate in Batman #28, intitolata Shirley Holmes, Policewoman6, non compare il vero e proprio Sherlock Holmes, bensì una donna poliziotto di nome Shirley Holmes. Il legame con il detective creato da Arthur Conan Doyle si limita esclusivamente all’assonanza fra i nomi dei due personaggi.
In Star-Spangled Comics #111 c’è un fumetto di David Vern Reed e Jim Mooney intitolato Dick Greyson, Detective7. In quest’opera l’unico riferimento a Sherlock Holmes è il cappello deerstalker indossato da Dick Grayson nella prima pagina del fumetto.
Sherlock Holmes e il Joker
Sherlock Holmes, seppure in un’incarnazione non ufficiale, ritornò nelle pagine dei fumetti supereroistici della DC Comics nel sesto numero della serie personale del Joker pubblicato nel 1976. In Sherlock Stalks The Joker! di Denny O’Neil, Irv Novick e Tex Blaisdell Sherlock Holmes è un attore di teatro che si convince di essere il grande detective dopo essere stato colpito in testa dal Joker. La storia si apre nel teatro Boemia di Gotham City, dove l’attore Clive Sigerson sta facendo una prova nei panni di Sherlock Holmes. Il professor Moriarty lo colpisce, si toglie la maschera, svela di essere il Joker e fugge. Inizia così una caccia all’uomo da parte di Sherlock Holmes, convinto che il Joker sia in realtà il suo antico nemico. Nella storia folle e grottesca si assiste, tra le altre cose, a un duello fra il Joker e Sherlock Holmes armati di mazze da golf al posto dei fioretti. Un altro aspetto interessante del fumetto è la citazione di molti romanzi e racconti del Canone sotto forma di giochi di parole. Per esempio l’aggressione ai danni dell’attore avvenuta nel teatro Boemia è definita “scandalosa” dall’impresario teatrale (ed è quindi uno “scandalo in Boemia”).
A proposito del Joker si possono segnalare anche due illustrazioni di Carl Critchlow nelle quali il nemico di Batman è vestito come Sherlock Holmes e fuma la pipa. Sono state pubblicate nel 1996 da SkyBox International nella serie di card Batman Master Series.
Sherlock Holmes nei fumetti di Batman degli anni Settanta
Nel 1976 Power Records pubblicò un audio fumetto di Batman intitolato Mystery of the Scarecrow Corpse. Il fumetto fu pubblicato in un’edizione formata da un albo con due storie (oltre a Mystery of the Scarecrow Corpse c’era un fumetto intitolato Gorilla City) e da un disco sul quale era incisa la lettura ad alta voce delle opere da parte di attori. In Mystery of the Scarecrow Corpse il Cavaliere Oscuro si trova in Gran
Nel 1978 Sherlock Holmes apparve in un numero di The Brave and the Bold con protagonisti Batman, Deadman e Sgt. Rock. Il fumetto è ambientato in parte a Gotham City, dove Batman è sulle tracce di un terrorista assassino, e in parte in Inghilterra, dove Sgt. Rock e Deadman sono incaricati di rintracciare una statua di Batman che è stata rubata. Sherlock Holmes, qui in forma di fantasma, fa delle brevi apparizioni per dare suggerimenti ai personaggi impegnati nelle ricerche su entrambe le sponde dell’Atlantico. In particolare, Deadman si reca al 221b di Baker Street dove incontra Sherlock Holmes. Inoltre Alfred Pennyworth riceve un suggerimento dal detective mentre sta leggendo Il segno dei quattro di Arthur Conan Doyle; lo spettro di Sherlock Holmes tramuta magicamente il titolo del libro in una frase utile a Batman per scoprire l’identità del terrorista.
Vanno evidenziate le parole che Sherlock Holmes dice a Boston Brand, alias Deadman:
“Nonostante ora gli uomini dicano che non sono mai esistito, sono più reale di molti che hanno vissuto! Per adesso, Boston Brand, io sono… come te… uno spettro!
Ma mentre tu sei il fantasma di un uomo, io sono molto, molto di più! Io sono della materia di cui sono fatti i miti!8”
Sherlock Holmes nei fumetti di Batman degli anni Ottanta
In Detective Comics #500 del 1981 ci sono riferimenti a Sherlock Holmes in To Kill a Legend di Alan Brennert e Dick Giordano. In questo fumetto Phantom Stranger offre a Batman l’opportunità di recarsi in una Terra parallela dove i genitori di Bruce Wayne non sono mai stati uccisi. Il Cavaliere Oscuro ha così la possibilità di impedire l’omicidio che nella sua Terra di origine gli rovinò la vita, e di fare sì che il Bruce Wayne della Terra parallela trascorra un’infanzia felice con i genitori. Robin, che prima della fatidica notte ha modo di osservare quanto sia viziato e capriccioso il piccolo Bruce Wayne della Terra parallela, si chiede se l’omicidio dei genitori non possa essere il catalizzatore – a suo modo positivo – del cambiamento del bambino, che altrimenti potrebbe diventare un adulto debosciato dedito esclusivamente alla bella vita.
Il salvataggio dei genitori di Bruce Wayne sarebbe un bene per il bambino oppure condannerebbe il ragazzino a crescere male e priverebbe Gotham City del suo supereroe? La risposta è nelle ultime due pagine del fumetto: il piccolo Bruce Wayne, ispirato dall’Uomo Pipistrello che ha salvato la sua famiglia la notte in cui Thomas e Martha Wayne avrebbero dovuto morire, prende la decisione di cambiare stile di vita e diventare un supereroe. La scelta di diventare Batman, almeno in quella Terra parallela, non è dettata dalla rabbia e dal desiderio di vendicarsi, ma dalla riconoscenza nei confronti di quel Cavaliere Oscuro che lo ha aiutato. E nella nuova vita di Bruce Wayne, fatta di allenamento e studio, c’è spazio per la lettura dei romanzi di Sherlock Holmes, che quindi è considerato un modello dal futuro supereroe.
Nel 1987, in occasione del cinquantesimo anniversario della pubblicazione del primo numero della collana Detective Comics (che non coincide con l’esordio di Batman, che avvenne nel 1939 su Detective Comics #27), la DC Comics pubblicò sul numero 572 della serie una lunga storia con l’incontro fra il Cavaliere Oscuro e Sherlock Holmes. Nel fumetto Batman e Robin si recano a Londra per salvare una donna che è stata rapita. Nel corso del fumetto si scoprirà che la donna è una discendente del Dottor Watson, mentre il fidanzato di lei e il rapitore sono due bisnipoti di Moriarty, uno buono e l’altro malvagio. Nelle pagine conclusive del fumetto, Batman viene aiutato da un attempato Sherlock Holmes, che rivela di essere riuscito a vivere così a lungo grazie a una dieta a base di pappa reale e all’atmosfera rarefatta del Tibet, divenuto la sua dimora (nei racconti di Arthur Conan Doyle il detective si recò in Tibet nel periodo di tempo in cui finse di essere morto precipitando dalla cascata di Reichenbach). Il fumetto si segnala anche per la presenza di un racconto nel racconto: un apocrifo di Sherlock Holmes nel quale il detective sventa un piano per assassinare la regina Vittoria.
Due anni più tardi, nel 1989, fu pubblicato un volume a fumetti di Brian Augustyn e Mike Mignola che aprì la strada alla collana Elseworld, una serie di opere autoconclusive nelle quali di volta in volta i personaggi della DC Comics venivano collocati dagli autori in universi paralleli all’Universo DC tradizionale. Batman – Gotham by Gaslight, questo è il titolo del fumetto di Augustyn e Mignola, è una storia ambientata nell’Ottocento. Come nel fumetto tradizionale, in Gotham by Gaslight i genitori di Bruce Wayne vengono ammazzati da un rapinatore sotto gli occhi del figlio. In seguito il ragazzo compie un viaggio di addestramento in Europa dove incontra tra gli altri Sherlock Holmes e il dottor Freud. L’incontro fra il futuro Batman e Sherlock Holmes non viene raccontato esplicitamente nel fumetto, tuttavia c’è un accenno ad esso in un dialogo fra Bruce Wayne e Sigmund Freud. Il dottore afferma: “Sei stato un buono studente. Il mio amico detective londinese ha detto praticamente la stessa cosa”.