Terza puntata di "Due film da vedere", questa volta dopo la bruttezza e l'uguaglianza, è arrivato il momento della pesantezza.
Esatto: i due film che sto proponendo non sono esattamente quel tipo di film che ti guardi in scioltezza come guarderesti una commedia di Woody Allen, però a me sono piaciuti tanto!!
Il primo è "Noi Albinoi", produzione islandese del 2002, diretto dallo sconosciutissimo (almeno per me) Dagur Kàri, narra le vicende di una cittadina islandese perennemente innevata, presentando diversi personaggi.
Il protagonista Noi, ragazzo introverso e problematico, il professore, i genitori, la bella Iris, sono descritti e presentati in maniera strana, sottile, delicata, ma non per questo in maniera poco efficace.
Le ambientazioni e la fotografia a me sono piaciute molto, malinconia riflessiva allo stato puro.
Una cosa che contraddistingue questo film sono i tempi: piatti, lenti, riflessivi, si da molto peso agli sguardi, ed i dialoghi sono piuttosto scarni.
Tutto ciò è condito da una serie di immagini e scene simboliche, che danno l'impressione di non cogliere fino in fondo dove voglia arrivare il regista, ma che comunque trasmettono un certo senso di "ineluttabilità".
Il finale è piuttosto improvviso ed inaspettato, originale.
Insomma, un film alla fine del quale non ci si alza "leggerissimi" ma che comunque vale la pena di essere visto, anche perchè tutto sommato dura abbastanza poco: circa un ora e mezza.
Altro film proposto è "Solaris", tratto dall'omonimo capolavoro di fantascienza di Stanislav Lem.
Ovviamente non mi riferisco al "Solaris" del 2002, quello con George Clooney, bensì a quello diretto da Andrej Tarkovskij , produzione sovietica anno 1972!!
Questo film è stato presentato al 25 esimo Festival di Cannes vincendo il "Gran Prix speciale della giuria"
Se vi piacciono i film veramente LENTI questo è il film che fa per voi.
La trama (che segue più o meno fedelmente quella del libro) descrive le vicende che si svolgono all'interno della base spaziale nei pressi del pianeta Solaris, il quale è composto da un immenso oceano organico, e del quale gli studi degli scienziati non riescono a spiegarne la natura.
Nella base iniziano ad avvenire fenomeni inquietanti, pare infatti che l'Oceano sia un organismo pensante e capace di materializzare i pensieri delle persone.. Così il protagonista, uno psicologo di nome Kelvin (mandato la per indagare su questi avvenimenti), ritrova sua moglie, defunta anni prima.
A supporto di questa trama, molto bella secondo me, vi è una produzione direi buona, almeno detto da uno che di cinematografia russa non se ne intende molto.
Anche in questo caso a farla da padrone è il fattore tempo, molto spazio alle espressioni, alle ambientazioni.
Non so se tutta la cinematografia sovietica fosse così, ma stiamo parlando di un film nel quale si hanno continue successioni di campi lunghi, primi piani, mezzi piani (che durano spesso un bel po), e i dialoghi sono ridotti all'osso.
Il fatto che questo si protragga per circa 2 ore e 35 minuti vi da l'idea della "leggerezza" di questo film..
Però mi è piaciuto (anzi, mi è venuta voglia di riguardarlo) e consiglio a tutti gli amanti di fantascienza di vederlo, ma anche e soprattutto di leggere il libro!!
Alla prossima puntata!