Ad ogni buon conto, con la classe politica che ci ritroviamo, se dovessero riuscire nell’impresa, state pur certi che ci presenteranno il risultato come un grande successo, come una nobile vittoria della politica responsabile che ha a cuore le sorti della popolazione, delle classi meno agiate e via dicendo. Magari, saranno pure capaci di usare la sterilizzazione dell’Iva come cavallo di battaglia alla prossima campagna elettorale, forse, quasi imminente. La realtà è diversa. Siccome sono degli incompetenti, loro non conosco (o peggio fanno finta di non conoscere) le reali condizioni del paese. Siamo arrivati al punto di non ritorno. Anzi lo abbiamo oltrepassato, da un pezzo. Al punto che ampi strati della popolazione se ne fregano altamente dell’aumento dell’iva al 22%. Ciò, per il semplice motivo che non riescono a pagare neanche quella al 21%, figuriamoci quella al 22%. Ma i governanti, non conoscendo neanche gli insegnamenti di Laffer, pensano che, quanto più inaspriscono la pressione fiscale, tanto più aumenta il gettito tributario. Ma è vero l’esatto contrario. Tant’è che stanno nascendo mercati sommersi, dei quali lo stato no ha il controllo e quindi neanche la possibilità di incassarne i tributi. Questo è confermato anche dalle stesse statistiche prodotte dal Ministero dell’Economi e delle Finanze, nelle quali si evidenzia il calo del gettito IVA già a partire dall’ottobre del 2011, quando l’aliquota ordinaria fu portata dal 20 al 21%. Ciò, perché l’istinto di sopravvivenza delle persone prevale sempre sulle ragioni (irragionevoli) del fisco. La crisi è sistemica, profonda e irrituale. Per contrastarla occorrono scelte straordinarie, irrituali e fuori dagli schemi comuni. Loro non sono capaci. L’Italia soccomberà. Noi pure.