Peter Sagan – foto sudinfo.be
di Ferdinando Cocciolo
È troppo forte adesso per gli avversari, “quasi irriverente”, agonisticamente parlando, nel suo stile e nella sua potenza, che qualcuno ha voluto paragonare ad altri corridori. Ma è lui, secondo noi imparagonabile, il corridore più forte al momento nelle classiche di un giorno, capace (e lo sta dimostrando) di poterle vincere tutte, tranne probabilmente una Liegi e un Lombardia, ma chissà…
Peter Sagan, vincitore della Gand Wevelgem, e Fabian Cancellara, trionfatore nel Gp Harelbeke. Sarà questo, indubbiamente, il grande duello di domenica prossima, giorno di Pasqua, nell’attesissimo Giro delle Fiandre, di cui avremo comunque modo di parlare. I due massimi protagonisti di un fine settimana sul pavè spettacolare, da “uomini duri”, in mezzo anche ad un clima da tregenda, che ha messo a dura prova i corridori.
Il GP HARELBEKE, che si è disputato venerdì scorso, ha in pratica rappresentato un vero e proprio “antipasto” del Fiandre pasquale, con parecchi “muri” che caratterizzano il percorso di una classica dura, affascinante, nella quale hanno fatto storia anche le imprese dei nostri. Una classica che è da poco entrata nel circuito mondiale World Tour, che attendeva soprattutto le gesta di Sagan e Cancellara (grandissimi protagonisti alla Sanremo con rispettivamente un secondo e un terzo posto), la prima rivincita di Tom Boonen (che praticamente nel 2012 ha vinto tutte le classiche del pavè) e naturalmente anche i nostri, Pozzato e Paolini in testa. Ma alla fine ha vinto il più forte, la “locomotiva umana”, quello che ha staccato i rivali più accreditati Peter Sagan e Tom Boonen sugli ultimi muri, involandosi in una “cronometro simulata”, da passista furbo ed imprendibile. E quando Fabian accelera, non ce n’è per nessuno, neanche per un Boonen che ha caratteristiche diverse ed ha dovuto chinare il capo, tra i grandi sconfitti di giornata, di fronte alla supremazia schiacciante dello svizzero. E Peter Sagan? Ancora un secondo posto, come alla Milano-Sanremo, ma probabilmente, stavolta, con minori rimpianti e una maggiore consapevolezza. Il leader della Cannondale vince la volata ristretta dei battuti, di fronte al nostro Daniel Oss che ”si inventa” la miglior prestazione sul pavè e fa ben sperare per il futuro.
Ma il “vincitore a punti” della “due giorni del pavè”, sia pure in due classiche abbastanza diverse per caratteristiche (ma accomunate soprattutto dai continui cambi di ritmo), è “ il fenomeno”, come lo chiamano in molti, Peter Sagan, capace nelle ultime tre stagioni (compresa la prima parte del 2013) di vincere, in attesa delle grandi salite, su ogni terreno.
Il trionfo nella GAND WEVELGEM è “da oscar” per potenza, tattica e prontezza di riflessi, in una gara caratterizzata da maltempo. Peter è stato sostenuto da una Cannondale sempre all’altezza della situazione, soprattutto dal forte passista Bodnar ed ha staccato 10 compagni di una fuga che ha deciso una corsa partita subito ad alto ritmo. La Gand è sempre stata una corsa “strana”, anche difficile da interpretare sotto il profilo tattico, che i velocisti (sulla carta i favoriti) non sempre riescono a controllare. Sin da subito, il forte vento ha creato fratture nel gruppo e ventagli, ma già dai primi chilometri i favoriti Sagan, Boonen e Cavendish (in pratica gli uomini più veloci, aggiungendo anche il nostro Bennati, Boasson Hagen e Greipel) sembrano in palla e pronti a controllare la situazione con le loro squadre. Lo “schema tattico” della Gand è il solito, da una parte i sopracitati uomini veloci e dall’altra gente come Cancellara, Pippo Pozzato e Gilbert pronti a sfruttare l’attimo giusto per metterli in difficoltà. Ma proprio Boonen, Peter e Mark Cavendish sono lesti ad entrare nella prima, vera fuga della giornata, che costringe gli altri ad inseguire.
La gara è praticamente “un andirivieni” di gruppetini che si distaccano tra loro e poi si ricongiungono, è una battaglia che deve fare i conti sia con il cattivo tempo e sia con la resistenza dei corridori. Per quanto riguarda i nostri, occhi puntati su Paolini, Pozzato e Daniele Bennati, che tuttavia rimangono un po’ in ombra. Pippo, evidentemente, aspetta l’ultima ascesa del Kemmelberg, dove spera di tirare fuori un gruppettino che possa tagliare fuori i velocisti.
Ma, nella fase centrale della Gand, due dei protagonisti più attesi, Boonen e Cancellara si ritirano. Tom cade ed urta violentemente la gamba, dalle prime indiscrezioni si parla addirittura di un possibile forfait per il Fiandre. Così, Sagan, sempre più determinato e supportato da una squadra “invidiabile”, diventa il favorito, lui che potrebbe vincere sia attaccando che in volata. E così lo slovacco propone la fuga decisiva, composta da altri dieci uomini: Bozic, Haussler, Van Avermaet, Flecha, Ladagnous, Eisel, Vandenbergh, Popovich, Amador.
Gli attaccanti intendono andare sino in fondo, mentre dietro, il gruppo perde sempre più terreno.
E proprio sull’ultimo Kemmelberg, come preventivato, c’è l’attacco di Filippo Pozzato che spacca il gruppo, con un tentativo disperato e tardivo. Avrebbe dovuto seguire Sagan ed allora avrebbe potuto dire la sua anche in una volata ristretta. Ma ormai è andata… aumentano stanchezza e rimpianti, mentre “il fenomeno Sagan” già si è involato, da solo, verso una vittoria voluta sin dall’inizio.
La Gand Wevelgem è la sua prima grande classica del Nord, ma non vuole fermarsi più. La Domenica di Pasqua sarà Giro delle Fiandre, dove, statene certi, lo aspetterà un certo Fabian Cancellara…
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